lunedì 31 dicembre 2012

31 Dicembre


Il petrolio nell’acqua può far schifo quanto vi pare, e sono d’accordo. Ma quando il mare si tinge di quel colore che sfuma dal rosa al dorato e lo strato di petrolio gli conferisce quella patina di lucido metallizzato che fa splendere ancora di più i colori…

lunedì 19 novembre 2012

Fili intrecciati


«Un euro e trenta».
Pagai. Niente era più bello che addentare un bel cornetto caldo straripante di nutella e buttare l’occhio sul culo di qualche bella pataccona prima di mettersi in viaggio verso la discoteca. Certo, era una bomba di calorie, ma con il mio fisico perfetto ed invidiabile non avevo nulla da temere: lunedì sarebbe iniziata una nuova settimana di palestra, ed avrei delineato ancora di più la mia tartaruga sull’addome. E poi stavamo per andare a farci una bella sudata (a Latina di sabato le discoteche erano sempre piene), dunque avrei bruciato tutto. Magari ci sarebbe scappata anche una bella trombata veloce nei bagni con qualche mignottona strafatta (avevo sfoderato il kit di giacca, cinta e scarpe fosforescenti, non so se mi spiego), ed allora si che mi sarei rimesso subito in forma!
Quel coglione di Andrea stava ancora decidendo quale pacchetto di gomme comprarsi. Sembrava stesse confrontando il prezzo di due diverse marche tenendo in conto anche il numero di gomme all’interno. Ma di matematica non ci aveva mai capito nulla: per questo stava lì senza riuscire ad uscirne.
«Dai bro, ma che cazzo te frega! Pija quelle che costano de meno e annamo, dai!».
Nel frattempo stavo guardando una figa pazzesca. Era in piedi da sola vicino alla colonna, sembrava stesse aspettando qualcuno. Alta, tacco vertiginoso, capelli neri arruffati con una ciocca che le cadeva sul viso, sguardo provocatorio. Una faccia da bocchinara che non vi dico! E aveva quel vestitino blu elettrico così corto che le copriva a malapena il culo. Mentre aspettavo Andrea non riuscito a staccarle gli occhi da dosso. Avrei potuto prenderla di forza, sdraiarla sul bancone del bar e distruggerla violentemente lì davanti a tutti, per quanto ero eccitato. Ed ero sicuro che le sarebbe pure piaciuto. Stavo per andare ad attaccare bottone usando qualche scusa, quando mi raggiunse Andrea. Quindi siamo usciti, ma passando per i tavolini mi sono fermato a salutare degli amici che stavano entrando. Al bar del porto è impossibile non incontrare qualcuno il fine settimana. Era un amico del Campanella. Non sapevo nemmeno come si chiamasse, ma quella volta che era partita la rissa al borgo per il derby della Roma era intervenuto al mio fianco insieme al Campanella, e da quel giorno ci eravamo sempre salutati. Girava voce che bazzicasse sempre nei pressi di Ostia perché gli piaceva farsi fare i bocchini dai trans. «Come te li sanno fare loro non te li fa nessun’altro, proprio perché hanno il cazzo e quindi sanno dove ti piace!» era la sua buffa teoria, ce la raccontava una volta il Campanella da ubriaco. A me quelle porcate da froci di merda non mi piacevano, preferivo di gran lunga rimorchiare la sera per una botta e via. Tanto qualcuna si trovava sempre.
Saliti in macchina, Andrea ha messo subito il cd che aveva fatto per la serata: una bomba! Eravamo partiti da qualche secondo, quando vedo un tizio che camminava sul ciglio della strada in direzione opposta alla nostra farmi segno con la mano. Aveva alzato lateralmente il braccio ed aveva messo la mano a forma di C, e la chiudeva e la riapriva proprio come quando ci si diverte a fare le ombre cinesi sul muro a forma di cane. Sembrava ce l’avesse con me. Avrà avuto un paio di anni in meno di noi, ma andava in giro con una cartella sulle spalle, come quella di scuola. Ma chi ci andava più in giro con quella roba? Poi la portava con entrambi i braccioli sulle spalle, come i soggetti. Ho fatto giusto in tempo a rallentare un pochino, e quando ci siamo passati accanto mi sono girato a fissarlo per vedere che cazzo volesse. Ma non ha detto nulla, ha solo ricambiato lo sguardo, ed in un attimo ci siamo oltrepassati.
«Hai visto quello?» ho fatto ad Andrea.
«Eh! Ma che cazzo voleva?».
«Boh, ma quando ci siamo passati vicino l’ho imbruttito!»
«Ahahah, hai fatto bene! Che coglione!».
Quindi ho alzato la musica a palla ed ho messo un braccio fuori dal finestrino, agitandolo a tempo di musica come facevamo sempre. Un attimo dopo è partita la seconda traccia. Questa spaccava di brutto, era potentissima! Mi stavo caricando, sentivo l’adrenalina crescere sempre di più, ed ho cominciato a fare il matto con la macchina, mentre Andrea accanto a me urlava «Dajeeeeeee!» e mi caricava ancora di più. È stato in quel momento. Ho visto una macchina che stava per tagliarci la strada. Non ho rallentato: era impossibile che non ci avesse visto, di sicuro stava per fermarsi e lasciarmi passare. Quello che era sicuro è che non mi sarei fermato io: era lui che avrebbe dovuto darmi la precedenza, e poi io ormai ero inarrestabile. Ma non si è fermato, ed in un baleno l’ho visto venirmi addosso. Ho avuto a malapena il tempo di rendermene conto, è durato un istante. Ho sentito la macchina sotto di me schizzare improvvisamente all’indietro, i vetri del parabrezza tagliarmi la faccia in più punti. Poi ho improvvisamente sentito la sensazione di vuoto, ed infine un fortissimo impatto alla nuca. Non ha fatto male, non ho sentito nessun dolore. Ma ho sentito il rumore dell’impatto rimbombarmi profondamente dentro la testa, ed improvvisamente si è fatto tutto nero.
Credo di aver sognato, non ne sono sicuro. Non mi sentivo come quando si è addormentati, ma ho provato una sensazione di vuoto assoluto per un infinità di tempo. Il mio corpo non poggiava contro nulla, come se non avessi più sensibilità, sembrava di essere sospeso nel vuoto. E non c’era niente. Per qualche motivo avevo gli occhi chiusi, ma riuscivo a percepire il vuoto intorno a me. E la mia mente era intorpidita, non mi permetteva ne di muovermi ne di pensare. Era come se volesse farmi rimanere lì a dormire, cullandomi. L’unica cosa che percepivo era il mio corpo, ma era fatto di una strana sostanza, sembrava denso, fluido. Ed era bello, era una sensazione rilassante, mi sentivo in pace. Non so quanto tempo era passato quando ho cominciato a sentire delle voci esterne ed a “risvegliami”. Inizialmente era solo caos, rimbombava tutto, poi ho cominciato a distinguere voci. Continuavo a sentirmi sospeso nel vuoto e così incredibilmente fluido, era una sensazione stranissima, ma poco a poco stavo tornando nella realtà. Ho provato ad aprire gli occhi, ma solo uno dei due ha reagito al comando. Ma è bastato poco per capirne il motivo. Da quel poco che riuscivo a vedere sembrava che fossi sdraiato a terra, con una guancia che premeva contro l’asfalto. Mi ricordai improvvisamente dell’incidente, di come fossi finito lì. Quindi la seconda cosa che mi saltò allo sguardo fu la grandissima pozza nera nella quale vedevo immerso il mio braccio inerme. Doveva essere sangue. Ecco perché mi sentivo così fluido, stavo colando al di fuori del mio stesso corpo. La successiva capacità che riacquistai fu la sensibilità della temperatura. Sentii improvvisamente il freddo gelido della notte. Ma in particolare sulla nuca, dove sembrava attraversarmi fino ad entrarmi dentro. Probabilmente il mio cranio non era più un involucro chiuso. Per fortuna non avevo recuperato il tatto, e tantomeno la percezione del dolore. Nemmeno più le emozioni sembravo in grado di percepire: non provavo paura, non provavo dispiacere, ero completamente apatico ed indifferente. Per ultimo, ricominciai a distinguere i suoni delle voci. Ero sicuramente circondato da molte persone, ma non riconoscevo la voce di nessuno che conoscessi. Qualcuno diceva di prendere i documenti, qualcun altro invece gridava di non toccarmi e di aspettare l’arrivo dei soccorsi. Poi distinsi una voce terrorizzata che non faceva altro che ripetere le stesse frasi freneticamente. La fonte del suono si spostava di continuo, quindi lo immaginavo muoversi avanti ed indietro. «O mio dio... o mio dio… giravano a luci spente… non li ho visti… o mio dio…». Le luci? Era stato per quello? Possibile che fossi stato così stupido da dimenticarmi di accenderle? Poi mi tornò in mente un dettaglio inutile: il ragazzo sul ciglio della strada che mi aveva fatto quel segno ad intermittenza con la mano. Ora era tutto chiaro: mi stava dicendo di accendere le luci. Chissà se pure Andrea se lo stava chiedendo, in quel caso avrei dovuto dirglielo. Soddisfatto di esseri finalmente tolto quella curiosità, mi venne da sorridere. E quella fu l’ultima cosa che riuscii a comprendere. Qualche istante dopo morii.

mercoledì 7 novembre 2012

Ciau!


Ma dove altro lo trovo (hic!) un principale che ti porta (hic!) a cena fuori ad Ariccia? :3

venerdì 2 novembre 2012

Storie brevi


Sono andato in fotocopisteria a stampare un foglio da una pennetta usb.
«10 centesimi».
Ma dovevo cambiare i soldi sani, quindi ho fatto finta di non avere spicci.
«Fa niente dai me li porti la prossima volta!». E sono uscito.
Sarei potuto non tornare più, ma mi dispiaceva. Così ho preso gli spicci e sono tornato dentro facendo finta di averli trovati in macchina. Stupore! La mia pennetta usb era ancora lì sul bancone, uscendo avevo dimenticato di prenderla.
Karma.

The End.

venerdì 26 ottobre 2012

Anniversari


«Senti… volevo portarti un bel mazzo di fiori… solo che sono uscito tardi da palestra ed ho trovato tutto chiuso. E quindi… ho preso dei fiori di zucca»
«Fiori di zucca?»
«I fritti. Sempre fiori sono :-P»
«Uh :3»

martedì 23 ottobre 2012

Shhh


No vabbè, lo spaccio illegale di pizza non lo avevo ancora mai visto.
Ho commesso un reato, un gustosissimo reato.

venerdì 19 ottobre 2012

Romics '12


Quest’anno per la prima volta ho deciso di non andare al Lucca Comics. Ed ho rischiato di non avere voglia nemmeno per il Romics. Probabilmente questa mancanza di entusiasmo dipende anche dall’assenza di cosplay nuovi. Quest’anno avrei voluto fare il cosplay di Gringoire, dal musical Notre Dame de Paris, ma è arrivata la fiera che nemmeno me ne sono accorto, e quindi non ho avuto il tempo di prepararlo. Al Romics ci sono andato comunque, almeno un giorno. Ho riportato JD.
Sono andato con Ele. Ho rischiato pure di andare da solo, visto che fino al giorno prima non mi ero nemmeno interessato di organizzare (voglia zero). Che dire? Un giorno è bastato ed è avanzato, visto che già a metà giornata mi ero girato tutto e non sapevo più cosa fare. Infatti siamo riusciti ad arrivare molto presto ed a girarci gli stand quando ancora non c’era il casino di gente, quindi non ci abbiamo messo molto. Non ho trovato nulla di interessante da comprare, ci sono rimasto veramente male. Mi mancano i tempi in cui spendevo centinaia di euro in gadget ed action figure. Anche il livello dei cosplayer non mi è sembrato tanto alto. Non c’erano cosplay particolarmente belli o particolarmente originali, infatti nemmeno mi sono messo a fare foto. O forse sono solo io che mi sono talmente abituato da non riuscire a stupirmi più di nulla. Per quanto riguarda il mio cosplay, invece, i risultati sono stati migliori di quello che mi aspettavo. Avendolo portato già per molti anni e non avendo i capelli della lunghezza giusta (o forse si o.O), non mi aspettavo di riscuotere tanto successo. Tant’è che inizialmente nemmeno mi ero impegnato ad entrare nel personaggio. Ed invece devo dire che un po’ di foto me le hanno chieste, ho ricevuto molti complimenti, ed ho fatto ridere molte persone. Non paragonabile neanche minimamente al successo degli anni passati, però mi ha fatto piacere. Ho anche avuto il mio momento di gloria quando mi sono fatto largo tra la gente urlando «Via! Largo! Fate passare sono un dottore!» e sono corso a medicare Due Facce di Batman tutto squartato in faccia trasportato su un lettino d’ospedale da Joker vestito da infermiera. Ho pure coinvolto uno del pubblico per aiutarmi nell’operazione («Mi serve una mano! Qualcuno si avvicini! Tu, vieni! Tienilo fermo così!») ed ho chiesto una penna per una tracheotomia XD C’era tutta la folla intorno, mi sono vergognato da morire, ma è stato forte! Quest’anno sono anche riuscito ad incontrare un po’ di persone, tra le quali molti dei ragazzi che avevo accompagnato in Germania.
Insomma non è più il Romics di una volta che mi appassiona e che mi elettrizza, ma è stata comunque una giornata carina e diversa ^^

mercoledì 10 ottobre 2012

Iphone


Ho un Iphone. Mio fratello ne aveva uno in più, non sapeva cosa farci e lo ha regalato a me. Il gesto mi ha stupito. Ma non ne ho gioito subito, ho avuto un po’ di riserve al riguardo. Personalmente non mi sarei mai fatto un Iphone. Innanzitutto perché per me nessun telefono vale il prezzo di 700-800 euro. Odio chi compra gli Iphone, e di conseguenza odio gli Iphone stessi. Non che io non ne riconosca le potenzialità, sia chiaro. E poi dovrei sempre stare con l’ansia di non lasciarlo da nessuna parte altrimenti lo ruberebbero, di non tenerlo in tasca altrimenti con una botta potrebbe spaccarsi lo schermo, di non tirarlo fuori la sera quando sono da solo altrimenti mi aggredirebbero, eccetera. È un oggetto troppo prezioso per essere usato quotidianamente come un telefono. E di certo non vale tutta quella spesa se i rischi sono così alti.
Ma, al di la di queste cose, ci sono tutta una serie di elementi che mi portano ad avere una posizione sospettosa nei confronti dell’Iphone. Un telefono che per accedervi richiede una registrazione con nome e cognome. Un telefono che basa tutta la sua funzionalità sul download di applicazioni, download che però richiede un ID collegato ad un numero di carta di credito. Un telefono che include un sistema gps che ti rende rintracciabile in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo (anche i tuoi amici che hanno un Iphone possono vedere la tua posizione sulla mappa). Un telefono che, qualsiasi applicazione usi, chiede di poter pubblicare la tua posizione attuale (e talvolta in compagnia di chi ti trovi). Un telefono che raccoglie informazioni e le invia alla Apple. Un telefono che ti obbliga a tagliare la tua carta SIM in modo da non poterla poi riutilizzare su nessun altro telefono all’infuori dell’Iphone. Un telefono che visualizza gli sms con la grafica di una chat, facendoti perdere la cognizione del valore e del costo di ognuno di questi. Tutti elementi che facilitano il controllo sulla gente e che spingono al consumo. Se non fosse per il prezzo così elevato potrei addirittura pensare che tutta questa mania di tutti di avere l’Iphone possa essere una sorta di lavaggio del cervello proveniente dall’alto. Ma, sospetti o no, anche uno come me, uno che non si sarebbe mai fatto un Iphone, adesso ne ha uno. Ho disattivato quante più opzioni possibili di quelle citate sopra, ma questo di certo non mi da l’illusione di esserne immune. Una cosa è sicura: è veramente un gioiellino. Ma questo non mi fa cambiare idea, non ci spenderei mai soldi per comprarmene uno.

lunedì 1 ottobre 2012

Sessione autunnale '12


Per laurearmi a Dicembre avrei dovuto finire gli ultimi due esami rimasti. Ma mi sono reso conto che non ce l’avrei mai fatta a laurearmi a Dicembre, anche perché il professore che avevo scelto per fare la tesi aveva posto delle regole entro le quali non rientravo per scegliere i tesisti. Quindi la laurea è scivolata a Marzo, con la prima tassa da dover ripagare. Arrivati a questo punto, perché scapiccolarsi per fare in fretta e furia i due esami rimasti quando avrei potuto farli con calma nella sessione straordinaria di Ottobre-Novembre? Tanto avevo guadagnato più tempo per la laura. Quindi ho deciso di non dare nessun esame a Settembre e di prepararmeli meglio per la sessione straordinari (scelta che mi ha permesso, poi, di avere il tempo libero per poter partire in Germania).
Adesso forse me ne sto un po’ pentendo. Dei due esami rimasti, uno vogliono mettere l’appello direttamente a Dicembre, mentre l’altro non vogliono mettere l’appello durante la sessione straordinaria e quindi mi scalerebbe direttamente alla sessione di Gennaio-Febbraio, troppo vicina alla laurea di Marzo. Così facendo non avrei nemmeno più seconde chance, nel caso dovessi fallire un esame. Tu guarda se deve cominciare ad essere a rischio pure la laurea a Marzo eh >.< Ma anche se mettessero entrambi gli appelli ora ad Ottobre, sto studiando così poco che probabilmente nemmeno riuscirei a passarli. Colpa di tutti questi rinvii che mi stanno scoraggiando. Dovrei anche sbrigarmi a chiedere la tesi, ma non so ancora che argomento portare e mi pesa il culo andare a parlare con il prof.

venerdì 14 settembre 2012

Il tedesco


Eccomi qui. Sono tornato ad essere un misero essere umano.
Scusatemi, ma prima di ogni altra cosa devo concludere il diario finchè ci sto ancora dentro.

martedì 4 settembre 2012

Telefonate...


*squilla il telefono*

«Pronto?»
«Ale, risposta secca: sei pronto a partire domani?»
«Eh?» o_o


Domani parto, starò dieci giorni in Germania. Ho fatto la pazzia, ho detto si.

venerdì 31 agosto 2012

Zoomarine


Oggi sono stato a Zoomarine, un parco acquatico che sta a Torvaianica. È carino. L’entrata costicchia un po’, ma solo gli spettacoli che ci sono all’interno valgono il biglietto. Ed è veramente ben organizzato. Abbiamo visto gli spettacoli delle foche, quello dei delfini, quello dei tuffatori, quello dei pappagalli e quello dei rapaci (il più bello *.*). Inoltre in quella zona c’erano degli aerei da caccia che si stavano esercitando a fare delle acrobazie, e quando comparivano in cielo era bellissimo. La potenza dei rombi dei motori, poi, che rimbombavano come una tempesta nell’aria! Gli aerei mi affascinano veramente troppo. Oltre agli spettacoli ed agli animali ci sono molte altre attrazioni, tra cui molti giochi da luna park. Ad esempio le montagne russe, la torre, i trenini folli, gli scivoli, e cose di questo tipo. Ho provato a fare quello dei tronchi che vengono lanciati in discesa. Non mi sembrava molto alto, quindi nonostante avessi paura ho pensato che tutto sommato fosse fattibile. Non l’avessi mai fatto XD Ognuna delle tre discese mi è costata due anni di vita. Quella sensazione di vuoto, di picchiata, di velocità verso il basso… non riesco proprio a reggerla, mi sento male, mi fa provare troppa troppa paura :-/ Mai più >.<
È stata una giornata carina.


lunedì 27 agosto 2012

giovedì 23 agosto 2012

Più dei soldi


Mi capita molto spesso di trovare, sulla strada del porto, vicino casa mia, un barbone (?) seduto a terra, su un telo, che chiede l’elemosina. In realtà non è che la chiede, lui si limita a stare seduto in attesa di qualche anima pia, tenendo il piattino davanti a lui ed il cartoncino con scritto “ho fame”. Quindi non da fastidio. Ed accanto a lui c’è sempre un grande cane bianco sdraiato. Tutte le volte che passando lo vedo non posso fare a meno di pensare ad una cosa che ormai è nella mia testa da molto tempo: un giorno vorrei sedermi accanto a lui, sull’asfalto, chiedendogli «posso?», e farmici una bella chiacchierata. Sinceramente non so perché. Forse perché ho voglia di ascoltare la sua storia, di sapere come sia finito lì, di curiosare nel suo bagaglio culturale. La folla che passa non lo considera nemmeno. Passano tutti al di sopra di lui, viaggiano ad un livello differente, lo ignorano, lo evitano, e se a qualcuno cade lo sguardo è solo per un attimo, un movimento dall’alto al basso, che si conclude con un espressione di ribrezzo. È come se fosse un rifiuto, qualcosa che non ha più né dignità né il diritto di essere considerato come uomo. Non mi piace. Qualcuno si ferma a lasciare qualche spicciolo, ma a me piacerebbe fare di più. Fermandomi a parlare con lui, sedendomi sull’asfalto perdendo in questo modo la dignità, scendendo al suo stesso livello (agli occhi della gente), non preoccupandomi di sporcarmi i jeans, buttando all’aria quello che stavo andando a fare per dedicare del tempo a lui, lo farebbe sentire umano. Lo farebbe sentire degno di suscitare ancora l’interesse di qualcuno, di poter ancora tenere una conversazione amichevole con qualcuno che invece non lo giudica. E questo per me sarebbe un contributo molto più prezioso di pochi spiccioli. Inoltre sarebbe interessante: avrebbe sicuramente cose più interessanti da raccontare lui che non tutte le persone che passano “sopra”. Ma so che, per quanto sia una cosa carina, non riuscirò mai a fare nulla del genere. L’imbarazzo e la vergogna sarebbero troppi, non solo nei confronti dei passanti ma anche nei confronti del diretto interessato. Io non sono mai stato uno bravo a relazionarsi, quindi l’immagine di me che arrivo lì, faccio il figo di turno e risollevo la condizione di quel povero uomo può sussistere solo nelle mie fantasie.
Stasera tornavo a casa, ed ho visto una persona simile. Seduta a terra, su un telo, con un piccolo cane tra le braccia, la ciotolina per i soldi davanti ed il cartoncino scritto. Stavolta però si trattava di una ragazza. Avrà avuto forse la mia età, se non poco più piccola. Ma ciò che mi ha colpito di più è stata la sua bellezza. Non una bellezza sensuale, attraente, di quelle che dici “oh, guarda quella!”. La sua bellezza era nei suoi grandi occhi chiari, nel suo sorriso così spontaneo e di cuore, nella serenità del volto e nella delicatezza con cui teneva quel cagnolino tra le braccia. La sua espressione esprimeva felicità pura. Una di quelle bellezze disarmanti, che ti spiazzano. Mi ha ricordato Michela, le assomigliava. Ed infatti sono rimasto abbagliato per un attimo, mi ha colpito. Cosa ci faceva una ragazza come lei lì a terra a chiedere l’elemosina? Voglio dire: rispetto magari a quel signore, era meno giustificata a stare lì. Mi sono improvvisamente sentito più motivato a fare quel gesto che immaginavo solo nelle mie fantasie. Si, solo perché era una ragazza, lo ammetto. E forse anche perché era carina. Ma non era certo per provarci o per fare il galantuomo che l’avrei fatto. È che sarebbe stato sicuramente più piacevole farle con lei, quattro chiacchiere e due risate. Inoltre, così giovane e bella di spirito, probabilmente avrebbe avuto una storia più interessante da raccontare. Continuavo a chiedermi come fosse finita lì, mi sembrava impossibile. Siccome arrivato sotto casa mi sono accorto che avevo lasciato la borsa al negozio, sono passato davanti a lei tre volte: venendo a casa, tornando indietro, e poi tornando di nuovo. E tutte le volte pensavo a quando sarei ripassato davanti a lei, se avrei veramente avuto il coraggio di fare quella cosa. Ma per tre volte sono dovuto soccombere alla mia incapacità ed alla mia vergogna. L’ultima volta le ho voluto lasciare qualche spicciolo. Era perlomeno il minimo che potessi fare per lei, visto che per il resto non avevo abbastanza coraggio. Quindi mi sono limitato al gesto che fanno tutti gli altri: dedicarle un secondo di attenzione solo per lanciarle qualche moneta, un movimento che avviene sempre dall’alto in basso, troppo spesso dettato dalla pena. Mi vergognavo per non avere avuto la forza di fare di più per lei, quindi mi sono avvicinato con un certo disagio. Mentre mi chinavo a mettere i soldi nella ciotola mi ha detto «ciao!». Mi ha spiazzato. Mi aspettavo solo direttamente un “grazie”, mentre “ciao” sembra un saluto nei confronti di una persona con la quale si dovrà passare perlomeno un po’ di tempo. Mentre accennavo un “ciao” un po’ spiazzato pure io, mi ha detto «grazie». Due parole, pronunciate però con una voce bella e sicura. Mi è piaciuto ascoltarla. Ed ha sorriso di nuovo di cuore come l’avevo vista fare poco prima. Quel sorriso è valso molto di più degli spiccioli che le avevo dato, mi ha trasmesso il buon umore. Credo di essermi allontanato da lì un po’ imbarazzato >///< Chissà se saprà mai quello che in realtà avrei voluto fare per lei.

lunedì 20 agosto 2012

sabato 18 agosto 2012

Tappeti elastici


Stasera siamo stati a saltare sui tappeti elastici. Si, esatto, proprio quelli per bambini XD Non è un evento tanto importante da scriverci un post, però ho provato delle sensazioni molto forti. Io ho sempre avuto tantissima paura del vuoto. O meglio, della sensazione di vuoto sotto ai piedi. Infatti sin da piccolo sono sempre stato molto cauto sia con gli scivoli (anche d’acqua), sia con giochi da luna park tipo montagne russe o torri. Perché anche le cose che scendono giù in picchiata velocemente mi fanno lo stesso effetto. Provo molto fastidio durante i vuoti d’aria degli aerei, ad esempio, o quando con la macchina la strada spezza improvvisamente in discesa e c’è un attimo di vuoto. Quando mi hanno invitato ad andare a saltare sugli elastici, quindi, sono stato un po’ titubante. In Nuova Zelanda avevo avuto l’occasione di saltarci, e ricordo che avevo provato delle sensazioni di paura tremende XD Per non parlare delle foto: ne ho alcune in cui mi hanno beccato che tornavo verso il basso, ed avevo sempre delle facce terrorizzate da morire XD In ogni caso non mi sono fatto fermare, e sono andato lo stesso. È stato… particolare. Appena salito, mi sono sentito terribilmente a disagio. Non appena saltavo un po’ di più e mi alzavo a qualche centimetro da terra provavo una fortissima sensazione di vuoto sotto ai piedi che mi faceva impanicare. Vertigini proprio. Però piano piano ci ho preso l’abitudine ed ho cominciato a saltare sempre più in alto. Ogni volta che osavo di più riprovavo quella terribile sensazione di terrore e di panico, ma solo la prima volta. Poco a poco ho preso sempre più sicurezza, fino a saltare più in alto che potessi, a qualche metro di altezza, senza più paura. Poi ho voluto osare ancora di più: gli altri saltavano, si lasciavano cadere di sedere (o sdraiati all’indietro), e l’elastico li spingeva di nuovo in piedi. Volevo farlo pure io. Per questo mi ci è voluto coraggio, perché cadendo in posizione seduta e non sulle gambe ci avrei messo di più ad arrivare a terra, e questo significava più tempo di vuoto. Inoltre si trattava proprio di lanciarsi a terra, cosa dalla quale solitamente noi ci proteggiamo quotidianamente. Ci ho provato un paio di volte, saltando basso, ed era divertente. Poi ho provato a farlo sempre più in alto, fino a saltare più in alto che potessi ed a lasciarmi cadere di sedere. Non vi dico la paura ed il panico le prime volte >.< C’erano delle volte che mi spaventavo all’ultimo secondo e rimettevo le gambe in giù, istintivamente, rischiando pure di farmi male. Ma non mi bastava. Gli altri facevano addirittura una capriola in volo in avanti, cadevano di schiena, e l’elastico li rimetteva in piedi. Quello non potevo proprio farlo >.< Però mi incoraggiavano e mi istigavano «dai Ale, fai la capriola anche tu!», quindi alla fine ho cominciato a provarci. Le prime volte la facevo senza saltare, e tenendo le mani sul suolo, per avere un punto di riferimento fisso. Poi, poco a poco, ho preso sempre più sicurezza anche con questo, finchè non ho cominciato a fare proprio dei salti con capriola in volo. Ho superato tutte le mie paure, nonostante tutte le volte riprovassi quell’orribile sensazione, arrivando a fare cose che mai avrei potuto pensare. E mi sono divertito.


mercoledì 15 agosto 2012

Ferragosto '12


Per il prossimo anno devo ricordarmi di buttarmi su qualcosa di più particolare e diverso per ferragosto. Ormai mi sono stufato di passarlo sempre allo stesso modo. Mi è diventato noioso e monotono, e non mi stimola più. Non che io sia stato male, eh.

lunedì 13 agosto 2012

Odori

L’aria umida di pioggia e la scia di profumo di una donna, di una madre.
Che cosa dolce.

domenica 12 agosto 2012

Stelle cadenti

Stanotte siamo andati in campagna da mia nonna, immersi nel buio più completo, ci siamo sdraiati con gli asciugamani sull’erba e ci siamo messi a guardare le stelle cadenti. Che bello, una cosa del genere mi sa che non l’avevo mai fatta. Si stava proprio bene lì, sdraiati a testa in su, freschi, con il rumore dei grilli, a guardare il cielo stellato. Era magico. E pensare che ce l’abbiamo tutti i giorni sopra le nostre teste e non gli diamo mai importanza. Non so perché, ma pensavo alle persone del passato: chissà quante erano state in contemplazione delle stelle a quel modo, prima di noi, magari nel tentativo di studiarne il meccanismo ed i misteri, quando ancora non esistevano intrattenimenti moderni e le cose belle della vita erano quelle naturali.
Ho visto dieci stelle cadenti.

venerdì 10 agosto 2012

Addominali! °o°

Ih, un addominale! Due addominali! Ommioddio mi si vedono gli addominali! Un piccolo accenno, il contorno, su quelli in alto sotto ai pettorali. La cima della tartaruga praticamente. Che ficata! *.* Non mi era mai successo e mai avrei potuto pensarlo! Ok, ora dovrei farli uscire pure sotto, ma con tutta sta panza mi sembra impossibile XD

P.S. Minchia, ho messo due gambe potentissime. Volevo dimagrirmi un po’ le cosce, ma con tutti sti corsi di step non ho fatto che potenziarle. La grandezza è rimasta la stessa, solo che adesso è tostissimo da fare impressione: è tutto muscolo!

lunedì 6 agosto 2012

Cavalloni

Era una vita che non mi facevo un bagno a mare con l’acqua mossa ed i cavalloni. Che bello, mi sono sentito come un bambino : ) Da piccolo mi divertivo a prendere a pugni e calci le onde come a volerle fermare, o comunque per sfidare l’immensa potenza della natura. Mi sa che mi immaginavo tipo power ranger, quando lo facevo XD Questa cosa non l’ho persa. Ancora oggi preferisco tuffarmi faccia a faccia contro il cavallone che si sta infrangendo piuttosto che lanciarmi nella sua stessa direzione e prendere velocità. Mi diverto anche a prendere le onde di petto, per vedere se mi lanciano all’indietro o se riesco a contrastarle rimanendo con i piedi fissi a terra. Ho anche dato due schiaffoni assurdi caricando il braccio a due onde enormi che stavano per infrangersi, nonostante sapessi che avrebbe fatto un male assurdo XD Che bello sentirsi ancora bambini.

domenica 5 agosto 2012

Sonic Waft '12

Anche quest’anno il Sonic Waft Festival è stato una gran figata! Gli artisti di strada mi piacciono da morire, e vederne Anzio completamente tappezzata è stato elettrizzante. Speravo di ritrovare anche i “Mo’ Better Band”, e le mie aspettative non sono state tradite. Quest’anno gli ho comprato anche il cd. Che forti che sono quei tizi!

sabato 4 agosto 2012

sabato 28 luglio 2012

Elisir

Ogni volta che ti accarezzo il viso con una mano e tu socchiudi gli occhi per la dolcezza, mi regali un giorno di vita in più.
Bella miciotta mia *.*

venerdì 27 luglio 2012

Lacrimoso

Che sensazione strana quando sul motorino le lacrime ti si asciugano sulle guance per via del vento. Senti la pelle seccarsi, irrigidirsi, e perdere la sua elasticità, un po’ come quando la pelle ti pizzica per il sale del mare.
Lacrime causate dal vento negli occhi.

giovedì 26 luglio 2012

Litigi

A Lucky non piace che io faccia gli esercizi di canto. Ieri è scesa dal letto, mi ha morso i piedi e se ne è andata. Probabilmente il volume troppo intenso della mia voce le da fastidio alle orecchie.

«Hai litigato con Lucky?»
«Mh?»
«Che ne so, sta dormendo di là, è insolito»

***

Oggi sarebbe stata proprio una giornata da Diario di Bordo.

venerdì 20 luglio 2012

Sessione estiva '12

Il momento cruciale: due sessioni rimaste, quattro esami da dare. Se avessi voluto laurearmi veramente a dicembre, avrei dovuto dare due esami in entrambe le sessioni. Con un unico problema: mi ero lasciato per ultimi quattro esami difficilissimi.
Quest’anno le date degli appelli erano state ristrette solo fino ai primi di luglio, non come negli anni passati che andavano fino a fine mese, e quindi sono rimasto fregato: ero certo di avere più tempo a disposizione. Mi sono trovato con gli appelli dei due esami (tra l’altro in date vicine) ad un solo mese di distanza, e non ho potuto fare altro che dedicare due settimane di studio a ciascuno. Troppo poco. Ero convinto che così facendo non sarei riuscito a fare bene nessuno dei due, ma non potevo fare altrimenti.

LETTERATURA GIAPPONESE:
Ancora quell’esame di cui avevo rifiutato il voto: un tormento. Stavolta ero riuscito a superare il rifiuto iniziale per la materia, ed in sole due settimane ero riuscito addirittura a fare più del previsto: stavo andando alla grande. Mi sono fregato all’ultimo, alla fase “ripetere e memorizzare” (stesso errore che la prima volta mi aveva portato al votaccio che avevo rifiutato): ho rallentato tantissimo, fino a non combinare quasi più nulla, e quindi mi sono ridotto all’ultimo secondo a memorizzare le cose che ancora non avevo assimilato. Ma inutile dire che all’ultimo secondo non ho potuto fare i miracoli, quindi sono arrivato all’esame con molte lacune e poca sicurezza nell’esposizione. Nonostante tutto ero fiducioso. Mi sarei accontentato anche di un 25, o di meno. L’importante era che prendessi più di 22, altrimenti non avrebbe avuto senso averlo rifiutato la volta precedente ed essermelo portato dietro per così tanto tempo.
L’esame è stato molto più tranquillo del previsto. La professoressa mi ha messo a mio agio, ed è stata quasi una chiacchierata. Pensavo che avrebbe spaziato molto con gli argomenti, vista la vastità del programma, ma si è mantenuta intorno ad argomenti abbastanza vicini tra loro. Meglio così, anche perché quelli che mi ha chiesto li sapevo bene, però pensare di essermi impazzito per studiare un infinità di roba inutile che alla fine nemmeno mi ha chiesto mi ha fatto rodere un po’. Alcune domande erano un po’ più dettagliate, mi ha chiesto cose che sui testi di teoria nemmeno c’erano, però ci sono potuto tranquillamente arrivare di logica. Non mi ha tenuto nemmeno tantissimo, ed alla fine mi ha messo 27. Visto che non avevo tentennato quasi su niente avrebbe potuto pure mettermi qualcosina di più, ma sono stato comunque più che contento!
Risultato: 27

FILOLOGIA GIAPPONESE:
Un esame che mi sarebbe piaciuto preparare in molto più tempo e con molta più tranquillità. Era l’ultimo, degli esami rimasti, sul quale non avevo mai messo le mani nemmeno una volta. Questo da una parte è stato un punto a mio favore, perchè di conseguenza, spinto dalla curiosità e dall’interesse, i testi li ho divorati. Le due settimane che avevo a disposizione, però, se ne erano andate solo per quello: avevo dato solo una prima lettura ai testi (di cui alcuni in inglese), che tra l’altro erano solo una parte del programma. Dall’esame di letteratura poi ho avuto solo un'altra settimanella di tempo, troppo poco per potermi preparare adeguatamente. Il problema di questo esame era che il programma spaziava su più ambiti: la storia della lingua, la grammatica arcaica, le traduzioni, eccetera. E con il poco tempo non avevo potuto dedicarmi bene a nessuno di questi. Avevo addirittura dei buchi negli appunti delle lezioni, che per questo esame erano fondamentali (ma a questo proposito il professore mi aveva tranquillizzato con una mail). In realtà, alla fine, sono riuscito a gestire il poco tempo rimasto in modo veramente eccellente. Sarà che avevo alleggerito il programma selezionando solo le cose più importanti, sarà che avendo seguito le lezioni molte cose le avevo già assimilate, sarà che mi ci ero messo con costanza ed interesse, ma alla fine non mi è sembrato più nemmeno tanto difficile. Era lì, ero riuscito a prepararmelo, bene o male le cose le sapevo. Sono arrivato agli ultimi giorni che potevo addirittura permettermi di dire cose come “per oggi può bastare, ho fatto abbastanza”, e mi stupivo. Per quello che era il tempo a disposizione, devo ammettere di aver fatto i miracoli: non avrei mai pensato di riuscire a prepararmi quasi decentemente in così poco tempo. Nonostante tutto ho sperato che mi facesse slittare di qualche giorno, perché avevo bisogno di fissare bene gli argomenti. Ed un giorno in più sono riuscito ad ottenerlo grazie alla divisione per turni. Un solo stupidissimo giorno, che ha fatto veramente la differenza.
La mattina dell’esame ho scoperto che eravamo veramente in pochi. Sarei entrato quasi subito, mentre io avevo messo in conto di avere tempo per ripassare >.< Ma aspettando lì davanti ho acquisito tantissima sicurezza: non solo il professore sembrava tranquillissimo e sembrava fare domande generiche, ma tutti quanti uscivano con voti abbastanza alti, anche chi ci era andato per provarci e non sapeva quasi niente o.o Sentivo i ragazzi confrontarsi nei corridoi, ed al loro confronto io sapevo un infinità di cose in più. Tant’è che ad una certa mi sono fatto avanti e sono andato a farmi interrogare anche prima del previsto, salvando gli altri ragazzi terrorizzati. Era il mio professore preferito, e mi sono sentito veramente a mio agio con lui. Mi ha fatto domande abbastanza generiche, è vero, ma ha toccato tutti i punti del programma, anche cose che non avrei pensato. Ma sapevo le risposte a tutto, e nel dettaglio. Stavo tipo “chiedimi tutto quello che ti pare, tanto so tutto! è.é ” XD Quindi stavolta non è stato culo, le cose le sapevo per davvero. Forse un po’ di culo ce l’ho avuto solo nella scelta della traduzione da analizzare, che era quella che sapevo meglio, anche nelle sue particolarità. Vedevo il professore stupirsi di continuo quando dicevo certe cose, inclinava la testa come a dire “ah, però!”, ed ogni tanto lo sentivo commentare tra se e se “veramente un buono orale, veramente un buon orale…”. Questo ora mi mette trenta e lode, pensavo XD «Perfetto, può bastare. Veramente un ottimo orale, complimenti. Le do il massimo».
Risultato: 30 e lode


ECDL

Mancava solo un modulo per completare i crediti che mi servivano per l’università, mentre ne mancavano tre per completare il patentino europeo. Visto che il centro dell’ecdl della Sapienza sembrava non chiudere più, ho preferito fare solo il modulo che mi serviva urgentemente e rimandare gli altri due al futuro, magari a dopo la laurea, quando starò più tranquillo.
L’appello era tra la sessione straordinaria precedente e quella attuale, quindi non avevo nessun altro esame in corso e me lo sono potuto preparare con tutta la tranquillità di questo mondo. Tuttavia mi sono ridotto comunque all’ultimo secondo, ma per mia scelta: studiandolo troppo prima, avevo paura che le cose me le sarei dimenticate. L’ho trovato forse il più facile di tutti i moduli. Mi pare di aver fatto un solo errore (97,2%).
Modulo 7: Idoneo


Stavolta sono veramente soddisfattissimo della sessione. Avevo così poco tempo che ero sicuro sarebbe andato tutto a puttane, entrambi gli esami, ed invece oltre ad averli passati entrambi ho preso un voto più alto dell’altro (la mia seconda lode! E ultima XD). Dopo l’esame di letteratura ci sono rimasto malissimo quando ho scoperto che il 27 mi aveva abbassato la media di un punto (pensa quanto si sarebbe abbassata se avessi accettato quel 22). “Ma come? Con un voto così alto?” pensavo incredulo, ma ovviamente se si ha la media più alta di 27 è normale che si abbassi. Con il 30 e lode però sono riuscito a riportarla quasi dove stava prima. Vorrei provare a mantenermi sul 28, ma con gli ultimi due esami sarà difficile. Per quanto riguarda l’ecdl, ho definitivamente completato i moduli che mi mancavano per l’università. Mi sono anche fatto riconoscere i crediti, quindi la storia è conclusa.
Per laurearmi a Dicembre tre miracoli mi servivano. Il primo, riuscire a fare questi due difficili esami in questa sessione, e ci sono riuscito. Il secondo sarà riuscire a fare gli altri due esami, ancora più difficili, nella prossima sessione di settembre, con un solo mese di tempo a partire da ora. Il terzo, poi, sarà quello di riuscire a preparare la tesi in un mesetto scarso, ad ottobre. Sempre se avrò un relatore. Quello a cui avevo chiesto la tesi mi aveva detto “torna quando avrai finito tutti gli esami”, ma ora pare che si sia riempito e che non accetti più tesisti -.- E siccome tutti gli altri professori bisogna prenotarli almeno sei mesi prima, se non un anno prima, rischio di slittare a marzo (con un'altra rata da pagare). Bah, speriamo bene.

mercoledì 18 luglio 2012

Chiacchiere

Et voilà.
Che vi racconto? Vediamo un po’… facciamoci una bella chiacchierata.
Mi sono ritagliato i capelli! Me li ero già fatti corti, ma stavano ricrescendo e li ho tagliati di nuovo. Almeno questa estate sto fresco! Ormai ci ho fato l’abitudine, non è più una novità, però… boh, non sono mai stato così abituato a vedermi con il viso “scoperto”, pulito, libero. È bello ^^
Ho finito gli esami, ed ho staccato da tutto. Dovrei già aver ripreso a studiare, ma… ma chi ce la fa XD Credo che mi prenderò ancora questa settimana di libertà. La cosa che più mi dispiace è che ho staccato anche dalla palestra. Per due settimane non sono riuscito ad andarci quasi per niente, tra lavoro ed esami, ed anche questa settimana la sto facendo saltare per pigrizia. Mi è completamente passata ogni voglia di andarci, si è azzerata all’improvviso ._. Sarà che sentivo il bisogno di staccare anche da quello. I corsi saranno pure finiti probabilmente. Ma ho un altro mese pagato e non vorrei farlo andare sprecato, quindi vedrò di andarci dalla prossima settimana >.< Sto staccando pure dalla dieta. O meglio, durante i pasti sto continuando a mangiare bene, ma non faccio più drammi se ogni tanto capita sono costretto a mangiare qualcosa che non dovrei, e soprattutto mi sto permettendo di sgarrare spesso. Massì, fa niente, almeno mi faccio un po’ contento. Tanto continuo lo stesso a scendere di peso.
Una cosa che proprio non mi va di fare in questo periodo è scrivere. I post da scrivere stanno lì, il tempo ce l’ho, ma quella che mi manca è la voglia. I diari, in particolare. C’è quello di Londra che non mi attira per niente. Anzi, la vedo un po’ come una scocciatura, preferirei addirittura non scriverlo. È un peccato che mi sia passato l’entusiasmo e che io ora la veda così :-/ Tra l’altro ho lasciato pure passare troppo tempo, e non so se sarò in grado di capire a fondo gli appunti. Ma non sto nemmeno uscendo, ne sto andando a mare, ne mi sto vedendo con nessuno in particolare. Sto buttato dentro casa, a non fare nulla, e se da una parte mi sta bene così perché almeno stacco il cervello e mi sento libero, dall’altra vorrei approfittare di questo spazietto di tempo libero per fare qualcosa di divertente (uscire con gli amici) o costruttivo (leggere, scrivere…).
Mi sono attaccato alla play, ecco cosa. Ma in modo maniacale. Non capisco nemmeno perché, visto che gioco allo stesso gioco da più di un mese, ripetendo ogni giorno sempre gli stessi livelli e le stesse cose. Sono diventato così forte che non c’è più nemmeno il gusto di giocarci. Però non so, c’è qualcosa che mi attira come una calamita. E questo qualcosa forse è il gioco online. Già, perché sto giocando solo online. Mi piace il fatto che ci si collega con il primo giocatore del mondo che capita a tiro e si affronta il gioco insieme, lavorando come partner, uno accanto all’altro. È un gioco di squadra, bisogna lavorare insieme e supportarsi a vicenda, ed è interessante vedere come si comportano persone diverse: chi è più esperto e mi fa da guida, chi si dimostra essere un dilettante, chi è molto educato, chi non si fa problemi a condividere tutto con me pur di raggiungere l’obiettivo, chi invece pensa solo a se stesso, e così via. Il tutto viene comunicato solo attraverso i personaggi. Non so, mi viene da pensare che sia questo a tenermi incollato al televisore.
Il corso di teatro mi sa che starà fermo per un po’. L’insegnante sembra essere impegnata sia con il locale che con alcuni spettacoli. Meglio così, almeno riprendiamo fiato dall’atmosfera negativa che era venuta a crearsi e magari a settembre ricominceremo in modo decente. Ho iniziato le lezioni di canto, piuttosto. Oggi la prima : ) E visto che la lezioni sono registrate dovrebbe essere molto più facile per me scriverne i post.
Lunedì arriva Aldo. Per certi aspetti sarà una presenza che mi limiterà (lo studio, la scrittura…), ma in fondo sono contento: almeno mi tira un po’ fuori di casa e ci divertiamo un po’.
Momoooo, ci dobbiamo vedere!

giovedì 12 luglio 2012

Sogno di una notte di mezza estate

Ieri (sera prima dell’esame: pazzia!) sono andato a Roma a vedere il Sogno di una notte di mezza estate (lo spettacolo sul quale stiamo lavorando), con i “vecchi” del corso. Lo spettacolo lo hanno fatto al Globe Theatre, la riproduzione esatta del Globe di Londra (ci siamo stati!): il teatro di Shakespeare. Carino: oltre ad avere ancora la struttura in stile antico, danno ancora la possibilità di mettersi seduti per terra sotto al palco, come si faceva una volta. Volevamo fare così (si pagava poco e si vedeva da dio), ma i biglietti erano finiti e ci hanno fatto pagare un botto per dei posti lateralissimi: stavamo praticamente al lato del palco, lo vedevamo dal fianco, e come se non bastasse avevamo una colonna portante proprio davanti e la balaustra che ci coprivano tre quarti del palco, dovevamo continuamente affacciarci o sporgerci lateralmente -.- Lo spettacolo ha fatto abbastanza schifo, mi aspettavo qualcosa di più bello da uno spettacolo fatto proprio al Globe di Shakespeare, ma coglierò l’occasione per raccontarvi (finalmente!) di cosa parla questa opera.
Fondamentalmente è un intreccio tra tre gruppi di personaggi, completamente diversi tra loro: i nobili, la gente “bassa”, e le creature magiche della foresta. La storia è ambientata per la maggior parte in un bosco, e si svolge tutta in una notte. L’unico filo che lega tutti quanti i personaggi è il matrimonio di Teseo ed Ippolita (personaggi secondari), due illustri personaggi d’alta classe (nobili). Il matrimonio è così importante che sembra un affare di stato, ed in molti accorrono per assistere. Quindi abbiamo il primo gruppo di personaggi (nobili): le due coppie. È un intreccio amoroso, ci sono due uomini e due donne. La coppia felice sono Ermia e Lisandro, che si amano alla follia. Ma il padre di Ermia vuole dare quest’ultima in sposa ad un altro uomo, Demetrio (io >.<). Demetrio vuole Ermia a tutti i costi, ma questa ovviamente è innamorata di Lisandro. A sua volta c’è Elena, amica di Ermia, che è innamorata follemente di Demetrio, ma questo ha occhi solo per Ermia. La situazione di partenza è questa. Il padre di Ermia mette quest’ultima davanti ad una scelta: “o sposerai Demetrio, o andrai incontro alla morte”,  quindi i due amanti decidono di fuggire di notte, nel bosco. Demetrio lo scopre e li insegue nel bosco, ed Elena insegue Demetrio. Questo blocco ovviamente ha un linguaggio abbastanza aulico e forbito. Il secondo blocco di personaggi, soprannominati “i comici” (perché fanno ridere XD), sono un gruppo di persone che si improvvisano attori per mettere in scena una tragedia al matrimonio di Teseo ed Ippolita. Ma sono tutta gente molto “bassa” ed ignorante, chi fa l’artigiano, chi il tessitore, chi il sarto. Alcuni hanno addirittura difetti vocali, o non conoscono bene la grammatica, e quindi sono veramente un disastro. Quello più di spicco, tra questi, è Bottom (traduzione: culo XD). Questo è un po’ più bravo degli altri, quindi si mette al centro dell’attenzione, fa l’egocentrico, cerca di prendere lui tutti i ruoli della tragedia, ma alla fine anche lui non è un granchè e risulta comico nei suoi tentativi di recitare bene. Si danno tutti quanti appuntamento la sera nel bosco per provare il copione. Questo blocco ha un linguaggio normale, molto papale papale, perché è gente del volgo. L’ultimo blocco è quello delle creature magiche che abitano la foresta. C’è Oberon, il re delle fate, e Titania, regina delle fate. Non è specificato, ma credo che i due fossero amanti, che fossero una coppia, prima di un litigio. Infatti nell’opera si incontrano dopo tanto tempo nella foresta, entrambi lì per assistere al matrimonio di Teseo ed Ippolita, e cominciano subito a litigare. Il motivo della separazione è la gelosia di Oberon per il bellissimo principe indiano che Titania tiene come suo paggio. Questa non è disposta a cederlo, così i due si salutano bruscamente ed Oberon escogita una vendetta. Titania ha quattro fate al suo servizio, mentre Oberon ha il suo fedelissimo folletto Puck (altri personaggi). Puck è forse il personaggio più particolare di tutta l’opera. È iperattivo, non si ferma mai, sta sempre a saltellare, giocherellare, a fare scherzetti alle fate. È uno spirito libero, un eterno bambino, un pazzerello, e fa quello che vuole. È una sorta di giullare, un personaggio chiave che dovrebbe essere la forza principale ed il filo portante di tutto lo spettacolo, perché è lui che facendo casini fa intrecciare tutte le storie dei tre blocchi. È molto interessante, quindi, vedere come di volta in volta il regista decide di caratterizzarlo, perché è molto libero. Questo gruppo di personaggi parla in modo molto leggiadro e filastroccoso, in rima.
Ed ora via con gli intrecci! Oberon chiede a Puck di trovare un fiore magico, il cui succo riesce a fare innamorare una persona addormentata della prima creatura che vedrà al risveglio. Il suo intento è quello di tirare un brutto gioco a Titania e di farla innamorare della prima cosa che capiterà a tiro. Mentre aspetta Puck, Oberon assiste ad una scena: Sono Demetrio ed Elena. Demetrio corre, si guarda intorno, cerca Ermia e Lisandro scappati nel bosco. Elena lo segue ripetendogli continuamente che lo ama e che lui è tutta la sua vita. Ma Demetrio non la sopporta e non riesce a scrollarsela di dosso, quindi la tratta nel peggior modo possibile. Vista questa scena, Oberon si impietosisce e decide di fare un favore alla ragazza spremendo il succo magico anche su di lui: “prima che sarà fatta mattina, sarà lui a cercare te”. Quindi Puck torna con il fiore. Mentre Oberon va a spruzzarlo su Titania addormentata, a Puck viene dato il compito di spruzzarlo su Demetrio: “vedrai una coppia di ateniesi nel bosco, spremi il succo su di lui, assicurandoti che la prima cosa che vedrà sarà lei”. Solo che Puck invece di incontrare Elena e Demetrio, incontra Lisandro ed Ermia, la coppia felice, scambiandoli per loro. Quindi spreme il succo su Lisandro, e questo la prima cosa che vede al suo risveglio è Elena, che passava di lì per caso. Quindi Lisandro abbandona Ermia per cominciare a corteggiare Elena. Ma questa pensa che lui si stia prendendo gioco di lei per scherzo, e quindi si arrabbia. Intanto Puck ripara all’errore commesso e spreme il succo su Demetrio, facendolo innamorare di Elena così come sarebbe dovuto essere all’inizio. Quindi adesso sia Lisandro che Demetrio cercano di conquistare Elena (situazione invertita, prima andavano entrambi dietro ad Ermia), ma questa continua a pensare che i due le stiano facendo uno scherzo. Quando Ermia li raggiunge e scopre che il suo amato Lisandro non la ama più, rimane confusa. Le due ragazze cominciano a litigare e ad azzuffarsi: Elena pensa che anche Ermia si sia messa d’accordo con i due per farle lo scherzo, mentre Ermia accusa Elena di averle rubato l’amante. Nel frattempo anche Lisandro e Demetrio si azzuffano per conquistare Elena, ed i quattro fanno un casino XD Nel frattempo Puck, annoiato, incontra “i comici” radunatisi nel bosco per provare. Si mette ad osservarli, e li reputa così incapaci che decide di fare uno scherzetto ad uno di loro. Fa un incantesimo a Bottom, ed a questo spuntano orecchie e peli in faccia, diventando asino per metà. La compagnia, quando lo vede, scappa via. Ma in quel momento si sveglia Titania, che la prima cosa che vede è proprio Bottom-asino. Quindi si innamorerà di lui, non gli permetterà più di lasciare il bosco, e lo sevizierà in tutti i modi possibili. Alla fine Oberon, impietosito da Titania innamorata di un asino, e dispiaciuto per tutto il casino fatto tra i quattro amanti, ordina a Puck di sistemare le cose e di far tornare tutto com’era prima. Questo fa calare una nebbia soporifera, tutti si addormentano, e la mattina dopo si svegliano credendo di aver sognato. Bottom torna dalla compagnia teatrale, disperata perché senza di lui non sarebbero potuti andare in scena. Titania ed Oberon si riappacificano. Per quanto riguarda i quattro giovani, invece, l’unico incantesimo attivo rimane quello di Demetrio nei confronti di Elena, quindi i quattro si svegliano come due coppie felici. Tant’è che decidono di sposarsi, e quindi oltre alle nozze di Teseo ed Ippolita saranno festeggiati anche questi due matrimoni. La parte finale è dedicata ai comici, il cui spettacolo viene scelto da Teseo come intrattenimento serale. Questi reciteranno talmente da cani e combinando talmente tanti casini che il tutto risulterà molto comico, con sotto i commenti di Teseo Demetrio e Lisandro che ogni tanto li prendono un po’ in giro. Alla fine vengono comunque graziati da Teseo, che nonostante tutto ne apprezza l’impegno e la volontà (altrimenti avrebbero dovuto decapitarli), e tutti vissero felici e contenti. Alla fine esce fuori Puck che dice che se la storia non ci è piaciuta può farci addormentare e risvegliare la mattina dopo come se fosse stato solo un sogno.

lunedì 9 luglio 2012

è.é

Aoh, ma io dico… no? Ma il pulsante “non mi piace” che ce l’ho messo a fare secondo voi? ù.ù
Ma tu guarda queste…

venerdì 6 luglio 2012

giovedì 5 luglio 2012

Avis

Stamattina sono andato a donare il sangue all’Avis. Non avevo mai preso in considerazione l’idea di farlo, semplicemente non ci avevo mai pensato, è stato Vittorio, donatore abituale, a proporlo a me e Roberto. Mi è sembrata una cosa carina: io a donare non ci rimetto nulla, e con il mio sangue potrei salvare la vita a qualcuno… quindi perché no! Anzi, mi è dispiaciuto averci pensato solo adesso. Dovrei anche avere un gruppo sanguigno difficilmente reperibile, oltre ad essere donatore universale (che fregatura: io posso dare il sangue a tutti ma posso riceverlo solo da quei pochi che ce l’hanno come me >.<).
L’esperienza è andata abbastanza bene. Dopo tutta una serie di controlli preliminari (domande varie, battito, pressione, glicemia con l’aghetto infame >.<), ci hanno succhiato via tutto XD Io me la immaginavo la classica siringa con diverse fiale, ed invece ci hanno attaccato proprio un ago fisso (enorme poi, spesso quanto una vite o.o) al braccio collegato ad una sacchetta. Che impressione vedere il sangue che passava per il tubicino e che andava a riempire una sacca trasparente o.o Tutto ok comunque: non ho sentito nemmeno accenni di debolezza o giramenti di testa, come se non mi avessero minimamente toccato. Ci hanno fatto fare pure colazione, avevano una stanza piena di cornetti e succhi :3 Ah, dimenticavo. Insieme al prelievo ti fanno anche le analisi del sangue gratuite. Ottimo : ) Penso che comincerò a donare il sangue abitualmente anche io. I maschi mi pare che possono darlo ogni 3 o 4 mesi. Le donne invece ogni 6 mi pare. Scarse ù.ù

sabato 30 giugno 2012

Europei

Magari non ne condivido il motivo, ma devo ammettere che è veramente uno spettacolo. Ieri sera dopo la vittoria dell’Italia sono sceso anche io per le strade a fare casino con clacson ed urla. Gente che si dava il cinque, gente che si urlava contro grida di gioia, gente che suonava l’una verso l’altra come a condividere la stessa emozione, gente che si sorrideva: sembravano essere diventati tutti fratelli. Era bello : ) Poi la libertà più sfrenata: gente che lanciava cose dai balconi, gente che muoveva pali e cartelli stradali quasi a volerli staccare, macchine e motorini che si accavallavano uno sopra all’altro senza più regole stradali, gente arrampicata fuori dai finestrini delle auto o in piedi sopra a camioncini, suoni schiamazzi ed urla ovunque. Forse un leggero sfociare nel vandalismo, però dava proprio l’impressione di libertà, come a voler dire “ora puoi fare tutto!”. E poi che strano! Non essendo abituati a simili concentrazioni di suoni, a tratti ho provato anche sensazioni di paura. Dietro di me un tir si era attaccato fisso al clacson (e voi sapete bene qual è il suono del clacson di un tir), dal palazzo che avevo appena oltrepassato si sentivano suoni di esplosioni che in realtà erano padelle e pentole che sbattevano, dalla strada arrivavano sirene d’allarme, dai vicoli arrivavano rimbombando urla e grida: suoni come questi, tutti concentrati nello stesso momento e nella stessa atmosfera, ti disorientano facilmente, e se non capisci da dove arrivano o da cosa arrivino può anche salirti addosso una pungente sensazione di terrore, quasi fosse l’apocalisse. Insomma, è stato divertente e particolare!
L’unica cosa che non mi è piaciuta… la gente è spastica a scendere in piazza con i cani. Alcuni di loro, tra clacson e trombette (quelle fanno veramente male alle orecchie), giravano impazziti su loro stessi completamente terrorizzati e sofferenti, e negli occhi di alcuni di questi ho visto la paura della morte.

venerdì 22 giugno 2012

*sbadiglia*

«Comunque dimagrisci a vista d’occhio, è assurdo. Da un giorno all’altro. Quanto avrai perso, otto nove chili? Tutti insieme poi!».
Detto da una persona che, vedendomi tutti i giorni, la differenza non dovrebbe notarla più di tanto :3

martedì 19 giugno 2012

Good work

È un periodo di tempo che la mia relazione con il tempo è diventata incredibilmente stabile ed ordinata. E me ne stupisco, visti i precedenti conflittuali. Da circa un mese e mezzo forse, lo stesso tempo che è passato da quando ho cominciato a frequentare la palestra. E forse è stata proprio la palestra a generare questo effetto. Incredibile, non è vero? Io non andrei mai a pensare che una cosa come la palestra possa determinare cambiamenti così profondi in questo tipo di ambiti. Anzi, pensavo che l’essermi preso l’impegno giornaliero con l’allenamento mi avrebbe portato via un infinità di tempo in un periodo d’esami importante come questo (mi sto giocando se laurearmi a dicembre o a marzo, con questi esami). Ed invece…
Fondamentalmente la palestra mi toglie circa quattro ore al giorno, che non sono poche, nel periodo in cui solitamente sono più produttivo: il pomeriggio. Praticamente so che qualsiasi cosa dovrò fare, qualsiasi cosa dovrò studiare, dovrò farla entro le cinque del pomeriggio, perché dopo andrò in palestra e finirà la giornata. Pensavo che questo avrebbe comportato un grandissimo problema, che avrei cominciato a perdere giornate senza concludere niente, ed invece non è così che sta andando. Sto riuscendo comunque a studiare quanto vorrei. Se mi prefiggo di fare un tot di pagine, o di arrivare ad un certo punto, ci riesco, che io abbia tutta la giornata o che abbia solo fino alle cinque. Probabilmente riesco a concentrare meglio il tempo. Certo, se avessi anche dopo le cinque potrei (e forse dovrei) studiare molto di più, ma mi sta bene anche così. Inoltre sto trovando anche il tempo per dormire molto, eventualmente per uscire, e, da un paio di giorni, di farmi addirittura qualche partita alla play. Anche Serena ha ormai il suo spazietto di tempo ritagliato per lei: il fine settimana non ho la palestra, e mentre uno dei due giorni se ne va per lavorare in pizzeria, l’altro è per lei, come in un perfetto meccanismo ad incastro. Le uniche cose per le quali al momento non riesco a trovare il tempo sono le uscite con gli amici, il mare, e la scrittura, che siano post o diari (il vuoto di questi giorni non è per mancanza di ispirazione).
È così che mi sto dividendo la giornata al momento. La mattina se riesco ad alzarmi ad un orario decente comincio ad anticiparmi un po’ di studio, altrimenti dormo fino quasi all’ora di pranzo. Dall’ora di pranzo fino a quando non vado in palestra mi chiudo sullo studio, e riesco sempre a finire pelo pelo. Se trovo il tempo di farmi una partita alla play, questo solitamente è subito prima di pranzo. Poi da palestra torno tardi, solitamente alle nove o alle dieci. Tempo che mangio si fa tardi, ma posso stare tranquillo perché niente mi corre più dietro: quello che dovevo studiare l’ho studiato nel primo pomeriggio, quindi mi sento in pace con me stesso, e posso dedicarmi a tutto quello che voglio senza sensi di colpa. Ecco quindi che la sera e la notte diventano un momento di relax nel quale posso chattare, vedere anime, eventualmente scrivere, o altrimenti uscire. E mi sento veramente bene, come se in una giornata riuscissi a fare tutto quello che voglio. Roba che magari, avendo tutta la giornata libera, butterei il tempo oziando davanti al pc o annoiandomi e comincerei a scrivere post del tipo “che schifo passare tutta la giornata dentro casa”. Ora che devo andare in palestra a piedi ho addirittura un ora di passeggiata assicurata al giorno: una pacchia.
Speriamo che duri un altro po’: questo “ordine” mi rilassa.

mercoledì 13 giugno 2012

Porte...

L’altro giorno entravo in palestra. All’entrata, in fondo alle scale, c’è una doppia porta a vetro attraverso la quale si accede alla sala. Sono di quel tipo che puoi sia tirarle a te che spingerle in avanti, anche se solitamente solo una delle due modalità è corretta ed è specificata dai cartellini “tirare”/”spingere” attaccati sulla porta.
Ero un po’ sovrappensiero quando sono arrivato. Mi sono ritrovato la porta che invece di trovarsi in posizione neutra, chiusa, si era incastrata contro il pavimento in posizione semi-aperta, verso di me. Quindi l’ho aperta tirandola verso la direzione in cui era già semi-aperta, dando per scontato che fosse quella giusta, senza nemmeno soffermarmi a leggere se ci fosse scritto “tirare” o “spingere”. Ma aprendola e passandoci ho sentito che oltre ad aver fatto rumore mi ha fatto anche una gran resistenza, quindi mi sono reso conto che probabilmente l’avevo aperta al contrario. Infatti quando la porta si è richiusa, stavolta nella posizione corretta, e mi sono girato a guardare, il cartellino me ne ha dato la conferma. “Chissà come cavolo ci era finita incastrata al contrario in quel modo…” mi sono chiesto, curioso, andando verso gli spogliatoi.
Qualche ora dopo stavo uscendo, ed avvicinandomi alla porta ero tornato a pormi la domanda, con una curiosità quasi innaturale. Stavolta però sono stato attento a leggere il cartellino per non sbagliarmi, ed ho “tirato” a me la porta come indicato. Quindi sono uscito, ma un attimo dopo ho sentito un forte rumore alle mie spalle: forse avrei dovuto accompagnarla, probabilmente non aveva il sistema di rallentamento e si era chiusa di botto >.< Mi sono girato, e… stupore! Chiudendosi aveva preso velocità, ed invece di fermarsi al punto giusto si era ri-aperta nella direzione opposta, quella sbagliata, incastrandosi nel pavimento così come l’avevo trovata all’inizio. Mistero svelato! E per di più ero stato io! Buffo, veramente buffo…
Ma la cosa più curiosa è un'altra. Per non uscire accaldato dell’umidità degli spogliatoi mi ero seduto sui divani, proprio davanti alla porta. Nel frattempo è arrivata una signora che stava entrando. Questa si è trovata la porta incastrata ed ha praticamente fatto come avevo fatto io: l’ha tirata a se, aprendola nel verso sbagliato, ingannata dalla posizione di partenza. Ed io ho avuto il coraggio di pensare “ma che cavolo, la gente non è capace a leggere che c’è scritto ‘spingere’?” per poi rendermi conto, un istante dopo, che io avevo fatto la stessa identica cosa poche ore prima. E mi sono stupito veramente tanto. È venuto da chiedermi: tutte le volte che mi è capitato, ad esempio durante i miei viaggi, di criticare atteggiamenti di altre persone, chissà se veramente erano cose che io non avrei mai fatto o se invece ho finito per criticare anche un possibile me stesso come è successo nel caso della porta della palestra. Mi sono sentito talmente stupido. Forse dopo quanto successo non giudicherò più con la stessa leggerezza.

sabato 9 giugno 2012

Grazie

Fa strano. Ho sempre pensato che sarei morto insieme a te. Sono persino arrivato a dispiacermi che non sia andata così.
Sono stati sei anni splendidi, probabilmente ti devo moltissimo. Mi piange il cuore.
Addio, caro amico mio.


venerdì 8 giugno 2012

mercoledì 6 giugno 2012

Vaccini

Promemoria: i vaccini sono proprio bastardi!
Venerdì mi sono fatto un richiamo per l’antitetanica (credo), ed oltre ad avermi bloccato il muscolo del braccio in modo dolorosissimo (ancora non mi è passato), mi ha fatto stare con la febbre per quattro giorni. Che scocciatura -.-

sabato 2 giugno 2012

Logica dei sogni

Che cosa buffa i sogni. Prendono un insieme di cose che in un determinato periodo ci riguardano, o ci sono capitate, o abbiamo visto, e le mescolano tutte insieme in un'unica situazione in modo casuale ed assurdo.
Stamattina ero sceso un attimo sotto casa per fare qualcosa con l’intenzione di tornare subito, ma nel frattempo mia madre era uscita ed io non avevo le chiavi: ero rimasto fuori. Improvvisamente mi accorgo che ero uscito in mutande (tanto era questione di un attimo), e comincio ad impanicarmi perché stavo in mezzo alla strada quasi nudo o.o Non avevo nemmeno il telefono per chiamare mia madre. Sarei dovuto andare a prendere le chiavi al negozio e quindi farmi mezza Anzio in mutande? Non esisteva! Stavo tipo contro il muro, con una mano davanti alle mutande per vergogna >.< Allora ho citofonato e mi sono fatto aprire da qualcuno. Per le scale ho incontrato qualche signora (vergogna), ho chiesto con imbarazzo di fare una telefonata, ma nessuna me l’ha fatta fare >.< Allora sono finito a casa di una signora del mio palazzo, Lilia, che gentilmente mi ha permesso di chiamare dal telefono di casa. Quindi stavo nella sala di questa, seduto ad un lungo tavolo, ma era pieno di signore del palazzo sedute intorno che chiacchieravano allegramente ignorandomi. Il telefono era enorme e nero, ed i tasti stavano sulla superficie sotto la cornetta, quindi per usarli bisognava alzarla. Avevo difficoltà a chiamare o.o’’ Una volta la signora mi metteva pressione fissandomi come a dirmi di sbrigarmi e non mi veniva in mente il numero di mia madre a memoria (che in realtà so). Poi invece ho cominciato ad avere problemi con la pulsantiera, tra l’altro gigante. Ogni tasto era tondo e sembrava quello degli ascensori. Solo che non si premevano bene, quindi a volte componendo il numero mi saltava la digitazione di un tasto, altre volte me lo premeva due volte come facesse falso contatto. Per cercare di capire se li spingevo bene cercavo di tenere la cornetta all’orecchio per sentire i suoni, ma per un motivo che non ricordo avevo difficoltà a tenere contemporaneamente la cornetta ed a spingere i tasti. E continuavo o a dimenticarmi il numero, o a sentire che il tasto non veniva pigiato, o a sentirlo pigiare doppio “bipbip”. Ho cominciato addirittura a premere con molta calma, facevo un tasto ogni tre secondi premendo dall’alto con l’indice. Ma c’era sempre qualcosa che non andava. Quelle poche volte che ci riuscivo e mi esaltavo non partiva la chiamata ed il telefono era muto, tipo senza linea. Il brutto è che tutte le volte che premevo la linguetta del telefono all’indentro per ricominciare a comporre la signora si distraeva per un secondo dalla chiacchierata con le altre per buttarmi un occhio scocciato e sbuffare, del tipo “oddio, ancora? Ma è stupido? Che ci vuole?” e mi faceva un ansia assurda. Ad una certa ha cominciato a venirmi il numero di mio padre, che per assurdo sembrava funzionare meglio con i tasti o.o’’ Ad una certa mi sono addirittura accorto di ulteriori tastierine numeriche. Una era sulla cornetta stessa, ma i tasti non funzionavano (non si sentiva il bip alla cornetta). Un'altra stava sul telefono, ma era tipo la serie numerica della tastierina del pc, con tutti i numeri in fila orizzontalmente. E non funzionava nemmeno quella. Insomma dieci minuti, venti, mezz’ora, non riuscivo a fare quella cazzo di chiamata. E stavo lì in mutande. Che ansia XD
Non era assolutamente in programma di raccontare il sogno, mi sono lasciato trasportare >.< Però mi sono sognato la signora Lilia perché ultimamente la incontro spesso in giro e per il palazzo. Mi sarò sognato casa sua perché l’altro giorno scendendo sulle scale mi ha fermato sulla soglia della porta di casa sua per farmi vedere il suo nuovo gattino di due mesi tutto nero (lei è quella che ci aveva dato Lucky all’inizio) :3 E se mi sono sognato di stare in mutande è perché probabilmente stamattina per farmi il vaccino mi hanno fatto togliere metà maglietta e sono dovuto stare mezzo nudo per un quarto d’ora in sala d’attesa. C’erano anche altri elementi del sogno che riguardavano cose reali, ma non li ricordo. Assurdo e buffo, comunque XD
Ok, per essere efficace questo post doveva essere molto più corto e sintetico >.>

venerdì 25 maggio 2012

Puzza d'indiano

Mi scopro sempre più timido e bloccato di quello che penso di essere.
E si, sono proprio scarso :-P


sabato 12 maggio 2012

: D

Non so se mi sia mai capitato di cominciare a saltare battendo le mani in aria a tempo di musica e di cominciare a ballare in giro per casa per la troppa felicità. Sono al settimo cielo, oggi è proprio una giornata meravigliosa! Come sono contento!

...

O mio dio o mio dio o mio dio o mio dio o mio dio o mio dio o mio dio o mio dio cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo o mio dio o mio dio o mio dio.
Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo o mio dio o mio dio o mio dio o mio dio o mio dio cazzo cazzo cazzo cazzo o mio dio o mio dio o mio dio o mio dio o mio dio…
… non ci posso credere!!! °o°

From London

Sono tornato da Londra : )
Non sarà stato un viaggio epico, ma è stata una vacanza pienamente riuscita, sono molto contento. Sono riuscito a visitare Londra in tutta la sua pienezza, questo forse è stato il viaggio più culturalmente realizzato che io abbia mai fatto. Sono molto soddisfatto.
L’Ipod come bentornato mi ha preparato una compilation di brani casuali meravigliosa. Sono tutto saltellante e canterino : D
E poi, vogliamo mica parlare del cappellino che porto indosso…?

lunedì 7 maggio 2012

Londra: partenza!

Domani mattina parto per Londra. Mi faccio cinque giorni con Vittorio e Roberto. In teoria ci sarà pure Francesco, ma arriverà due giorni dopo e da quanto ho capito non starà molto con noi perché ha degli amici da incontrare lì.
Ho cominciato a sentire l’eccitazione per il viaggio solo oggi, quando ho fatto la valigia : ) Fino a ieri… non so, non ero molto su di giri. È che non mi aspetto molto da questo viaggio. Non so perché. Forse perché cinque giorni passeranno in un baleno. Forse perché a Londra ci sono già stato e non mi ha fatto impazzire. Non so, ma sono comunque contento di partire! Riflettendoci bene, mi sono reso conto che è il primo viaggio all’estero che organizzo con gli amici. Sono sempre partito o da solo verso i miei parenti, o con la mia famiglia quando ero più piccolo, o con la scuola, o con gli scambi culturali. Escludendo i viaggetti a Lucca, quella volta a Marina di Bibbona con Daniele e la settimana in Puglia con alcuni compagni del liceo, che comunque sono tutti circoscritti all’Italia, questa è la prima volta che esco fuori con gli amici. Forse sarà un esperienza un po’ diversa, particolare. Ed ovviamente ho intenzione di scrivere un diario di viaggio. A maggior ragione del fatto che quando sono andato con la scuola a Londra anni fa non l’ho scritto, ed ancor me ne pento. Durante il viaggio prenderò appunti, e lo scriverò quando torno.
Si parte!!! : D

sabato 5 maggio 2012

Occhi

Ho trovato sul cellulare un appunto per un post che non ricordavo di avere preso. Mi è nuovo.

“Essere in grado di guardare il cielo e le nuvole come se fosse la prima volta”

Direi che non ha nemmeno bisogno di essere spiegato, no? Mi sembra chiarissimo così :-)

***

Non sapevo dove ficcarlo, ma i regalini di Monia sono arrivati in ritardo. Per natale mi ha fatto il libro di Dorian Gray, che mi aveva promesso anni fa ce che aspettavo con ansia :-) Per il compleanno invece mi ha fatto un kit profumo + borsello da bagno.
Non che fosse così necessario dire cosa mi ha regalato Monia, ma visto che gli altri regali li avevo elencati tutti non volevo che sembrasse che lei non mi aveva fatto nulla :-P

mercoledì 25 aprile 2012

Protezione

Sdraiarsi, appoggiare la testa su un paio di gambe o su un ventre, chiudere gli occhi, e venire accarezzato tra i capelli e coccolato. Ho desiderato questa cosa per una vita, quando ero più piccolo.
Adesso invece non ne sento il bisogno. Anzi, quello che desidero ora è di avere un volto appoggiato contro il mio petto, di avvolgerlo con le mie braccia, di tenerlo stretto a me e di accarezzarlo.
È significativo. Vuol dire che non sento più il bisogno di essere protetto, sono diventato più forte, in grado di badare a me stesso. Talmente forte che, anzi, adesso ciò che mi rende felice è dare protezione a mia volta e far sentire al sicuro chi è tra le mie braccia.
Si direbbe che sono cresciuto.

lunedì 23 aprile 2012

Fantasia

Fare da passeggero sulla Pontina all’una di notte, osservare da lontano l’unica macchina davanti a noi, sfocare la vista fino a vedere diventare i due fanali posteriori due giganteschi occhi rossi, individuare nella targa, lunga e bianca, una bocca, e divertirmi a guardare sorridendo la faccina che mi presenta davanti.
Sono contento di essere ancora capace di cose che solo i bambini riuscirebbero ad inventare.


domenica 22 aprile 2012

Festicciola

Sono stato benissimo, ed è stato forse uno dei compleanni più piacevoli che io abbia mai fatto : )


giovedì 19 aprile 2012

Archi

Penso che se mai dovessi imparare a suonare il violino, mi commuoverei ogni volta che lo suonerei.

mercoledì 18 aprile 2012

Racconti dal mondo

Si è fatto buio di nuovo. E poi ancora luce. Ed un'altra volta alcuni di noi sono morti. C’è rosso ovunque, ne è pieno, ma non è il rosso dei nostri corpi. È il colore rosso di un macello di carne e di vite.
Ma ecco che si fa buio ancora. È un attimo, lo stacco è netto, non è graduale come l’alternarsi del giorno e della notte. All’improvviso è buio. E si sente il suono di qualcosa che viene schiacciato, forse qualche mio compagno. È così per qualche secondo, poi torna la luce accecante così come se ne era andata: senza preavviso, in un istante. E guardandomi intorno mi accorgo che siamo rimasti ancora in meno.
Ma non per questo ci fermiamo. Ci muoviamo in gruppo, apatici a tutto quello che ci accade intorno. Perché esseri come noi non sono in grado di capire, di comprendere la natura sadica del Dio che ci fa questo. Perché altro non può essere che un Dio, se ha il potere di manipolare il giorno e la notte e le vite degli essere viventi.
Ma mentre rifletto sta per farsi buio di nuovo. Stavolta per sempre: anche il mio turno è arrivato.

***

«Robbèèè, le salcicceeee!».
«C’hai ragione biondo! Arrivo!».
«Ci ho già pensato io…» la voce di Vittorio arriva da dietro la sdraio rivolta al sole «…le ho girate qualche minuto fa».
«Le hai pure bucate?» chiedo io.
Adesso di Vittorio compare anche il volto, con un espressione alla “ma per chi mi hai preso?”, per poi risparire dietro la tela blu della sdraio.
Quindi mi rivolgo ad Antonella, seduta sul muretto accanto a me: «ok, possiamo riprendere. Avevi preso te all’ultima?».
«Si» risponde lei, e pesca una carta dal mazzo.
Pesco anche io, un sei di briscola.
«È la prima volta che a pasquetta vedo così tanta carne» fa lei, e scarta un nove di denara.
Quelle carte da gioco che avevo trovato nell’appartamento erano proprio strane: erano enormi. Ogni carta era della dimensione di un foglio di quaderno piccolo. Forse erano per ipovedenti, ma giocarci era particolare, mi piaceva.
«E siamo solo in sei! Roberto a sta botta non si è proprio regolato con la spesa» scarto la briscola appena pescata e mi metto in tasca qualche punticino.
«Uh, guarda!» esclama lei indicandomi la carta che sto per mettere nel mazzo. La guardo, e noto una macchia rossa sbavata lungo il bordo.
«Mh, ancora? Che palle, stiamo facendo una strage!». Rimango qualche secondo in silenzio. «Poverini…» esclamo con tono dispiaciuto mentre osservo i classici ragnetti rossi camminare sul muretto in mezzo al nostro campo di gioco.
«A-ha! Guarda cosa ho pescato! Beccate questa: tiè!».


*Ci tengo a precisare che ho preso in prestito dalla realtà solo l’occasione, la situazione, i personaggi, ed alcuni dettagli. Dialoghi, atteggiamenti, comportamenti ed altro, invece, sono frutto della mia fantasia, modellati secondo le mie esigenze per il post*

venerdì 13 aprile 2012

12 Aprile

Premettendo che ho bevuto parecchio… Ho festeggiato il compleanno forse nel modo più bello possibile: il canto!
[...] Le voci vibravano nell’aria e si fondevano armoniosamente in una meraviglia divina, era bellissimo! 
[...] Non voglio ancora parlarne, ma forse ho fatto in modo che ci sarà una bella novità.


giovedì 12 aprile 2012

Pasquetta

Quest’anno a pasquetta mi sono organizzato con Roberto, Vittorio, ed il gruppo del teatro. Non abbiamo fatto niente di particolare alla fine, ma sono stato proprio bene. [...] La casa era piena di particolarità etniche, e c’era una terrazza che non finiva più, con splendida vista sul mare e sul Paradiso sul Mare. Da lì sopra Anzio era proprio bella: con tutto quel mare, quelle palme, le piazze ed il porto sembrava qualche isola hawaiana. È stato divertente occuparsi del barbecue. Vittorio, visto che lavorando con il forno è un maestro del fuoco, ci ha fatto una brace da paura, e noi ci siamo divertiti a dargli una mano, a preparare a carne ed a darci i turni. Certo che il fuoco è veramente una cosa meravigliosa, ne sono innamorato e potrei osservarlo danzare all’infinito. Non capisco proprio come facciamo a non venerare più un dio del fuoco. Avevamo fatto troppa troppa spesa, con delle bistecche fiorentine di manzo enormi, salcicce a non finire, arrosticini, e roba varia. Infatti ci siamo dovuti abbuffare, ed è avanzata una marea di roba lo stesso XD Ha tirato un po’ di vento, ma alla fine lì sopra si stava proprio bene. E non eravamo molti [...] ma siamo stati molto bene. [...] C’era una gran tranquillità. Dopo mangiato si sono buttati quasi tutti sulle sdraio a prendere il sole, mentre io ho passato il tempo facendo qualche partitina a carte, giocando a dama, ed insegnando ad Antonella a giocare a scacchi. [...]
Mi dispiace solo che non siano state fatte foto. Ma in fondo non fa nulla: noi crediamo che le foto riescano ad immortalare situazioni ed emozioni, ma nella maggior parte dei casi non è così, non ti rimane nulla. Vanno bene per catturare pazzie, immagini, “momenti”, non atmosfere. Avere un paio di foto con qualcuno di noi vicino al barbecue ed altri sdraiati al sole non riuscirà a rievocare la tranquillità e la serenità della giornata. Pasquetta non è un evento da ricordare, è un evento da godersi sul momento :-)

domenica 8 aprile 2012

Sorprese...

A volte la felicità si realizza in modi veramente molto semplici. Come far giocare la mia cuginetta a rincorrere le bolle di sapone. O sbucciarle con molta cura un kiwi.

venerdì 6 aprile 2012

Passeggiate notturne

Mi sono preso una libertà che raramente mi permetto. Mentre tornavo a casa ho deviato e sono andato a passeggiare sula spiaggia. Da solo. Immerso nel buio. Ho camminato veramente molto molto lentamente, ho voluto metterci più tempo possibile. Ero senza musica, completamente sottomesso al volere dell’ambiente che mi circondava. Le onde si infrangevano con violenza contro gli scogli, la luce del faro illuminava il cielo ad intervalli regolari, le fioche luci che arrivavano dalla strada rendevano visibile l’umidità sottoforma di aria polverosa che sfocava la vista degli edifici lontani. L’odore della salsedine era fortissimo, e si sentiva solo il rumore del mare. E ancora, la sabbia morbida e bagnata sotto ai propri piedi, le palme che costeggiavano la strada, la luce tenue dei lampioni lontani, le orme, i ricordi di estati passate lì sotto di notte a parlare con Aldo. Tutto contribuiva a creare un atmosfera molto intima e romantica.
Nonostante tutto questo, non sono riuscito a godermi il momento, l’atmosfera. “Possibile che io sia diventato insensibile a queste cose?” mi chiedevo. O forse ero distratto ed avevo la testa altrove. Ed io so dove. Già pensavo al post da scrivere. La mia testa era già lì a formulare frasi, a scegliere la sequenza migliore delle immagini descrittive, a selezionare gli aggettivi più belli, a studiare lo stile più efficace. Possibile che io non riesca più a godermi niente, a vivermi qualcosa sul momento perché sto già avanti con la testa, perché devo pensare a come scriverla? È diventata un ossessione, una cosa inscindibile dal mio pensiero. Ormai qualsiasi cosa io veda o senta la scompongo e la ricodifico a parole, automaticamente. “La mia mente è corrotta” pensavo camminando su quella spiaggia. E paradossalmente ero lì a prendere appunti su quest’ultima riflessione.

mercoledì 4 aprile 2012

Pioggia

Ieri sera ha cominciato a pioviccicare mentre tornavo a casa. Mi è piovuto un po’ in testa, ma mi è piaciuto.
“Pioggia, mi sei mancata” ho pensato.

lunedì 2 aprile 2012

Lauree

In questo mese di marzo c’è stata un altissima concentrazione di lauree. In particolare, si sono laureati Valerio, Erika e Roberto. In tutti e tre i casi ho assistito sia alla discussione della tesi che alla proclamazione del voto (ai festeggiamenti, alle feste, ecc…). Avevo già visto una laurea, ma è stato molto producente. Avere un contatto così concreto con le discussioni, con le aule, con le commissioni, mi ha tranquillizzato per quella che poi sarà la mia laurea. Le discussioni stanno cominciando a diventarmi familiari, e quello che si conosce è molto meno pauroso dell’ignoto. E poi mi sono reso conto che, chi più chi meno, tutto sommato le discussioni della tesi sono solo una formalità, e non tremende come me le immaginavo.
Quindi grazie. Ed ovviamente complimenti, dottori! :-)




Notre Dame de Paris

La settimana scorsa sono andato a vedere il musical Notre Dame de Paris al Gran Teatro di Roma.
Erano forse quattro anni che stavo in fissa con questo spettacolo. Avevo casualmente visto qualche pezzo da Erika quando stavo ancora con lei, e mi aveva colpito subito. Quindi ho cominciato a guardare qualche video, ad ascoltare alcune canzoni, e soprattutto a cantarle. Ed ho continuato a farlo per tutti questi anni, innamorandomi dello spettacolo. Credo sia stato proprio questo ad illuminarmi sulla mia predilezione per genere del musical. Guardavo i video e sentivo esplodermi il cuore: mi bastava immaginarmi per un istante nei panni dell’attore, intorno al quale si creava un pathos che cresceva e cresceva sempre di più, che mi venivano i brividi e quasi mi commuovevo. Non vedevo solo cantare, vedevo emanare energia potentissima da ogni singolo gesto, da ogni singola mossa, dagli sguardi, ed anche la scenografia e la coreografia dei ballerini sembravano concentrarsi in lui, come per amplificarne la forza. “È l’emozione più forte che potrei provare in vita mia” mi dicevo sempre immaginandomi lì.
Avevo sempre rimpianto di non averlo visto dal vivo, di averlo conosciuto troppo tardi. Sarebbe stata un esperienza molto intensa. Poi un giorno l’ho vista, la locandina su un cartellone pubblicitario: “Notre Dame de Paris - 10th anniversary tour”. Sono rimasto a bocca aperta. All’inizio ho esitato un po’, impaurito dal costo dei biglietti, dagli impegni, dal poco tempo libero. Poi mi sono detto “ma che cazzo stai facendo?” e non ho avuto più dubbi: dovevo andare a vedere quello spettacolo! Ci sarei andato anche da solo, pur di andarci, poi mi è venuta in mente l’idea di approfittare dell’occasione per fare una sorpresa a Serena e quindi ho comprato i biglietti per entrambi. Le ho tenuto la sorpresa nascosta fino all’ultimo, fino a quando abbiamo parcheggiato davanti al Gran Teatro. Siamo stati anche fortunatissimi: avevo trovato solo i biglietti per i posti in fondo, ed ero preoccupato perché mi avevano detto «da lì non vedrai quasi nulla, te lo dico perché ci sono stato», ma quando siamo arrivati lì avevano chiuso la parte dietro e quindi ci hanno dato dei posti davanti, dove si vedeva molto bene :-)
Lo spettacolo è stato bello, ma sotto molti aspetti mi ha deluso. Innanzitutto me lo aspettavo parlato e recitato, con alcuni tratti cantati, ed invece è stato solo ed esclusivamente cantato. E di certi attori cantando non si capivano mai le parole, quindi sono riuscito a seguire la storia con molta difficoltà, spesso senza capirci nulla. Poi gli attori dopo dieci anni erano cambiati, e questa è stata una bella botta. Specialmente quello che dai video era il mio personaggio preferito, Gringoire, l’oggetto delle mie riflessioni scritte sopra. Lui era stato stravolto. L’originale aveva un fisico massiccio, quindi una bella presenza scenica, una voce possente, ed incarnava perfettamente l’idea di personaggio misterioso, carismatico e profondo. L’attore nuovo invece era sottile, la presenza fisica e scenica era quasi assente, ed oltre ad avere una vocina più acuta non sembrava riuscire a prendere bene nemmeno le note più alte. Inoltre, al contrario del vecchio attore, era giovanissimo, aveva un volto fin troppo bello e delicato, e sorrideva sempre, finendo per trasformare il personaggio da misterioso e profondo a sbarazzino e frivolo. È stato bravo, per carità, ma per me la differenza è stata troppo forte. Anche dalle canzoni mi aspettavo di più. Le tre che conoscevo (praticamente sono andato a vedere il musical solo per quelle tre canzoni XD) sono state intensissime, sono quasi morto sulla poltrona, altre mi hanno toccato ed incuriosito, ma la maggior parte sono scivolate lisce senza dirmi niente di particolare. Adesso che ho scaricato le musiche e che le sto ascoltando ne sto rivalutando alcune, ed ho imparato ad amarne molte altre oltre a quelle tre. Infine la storia, che nel secondo tempo è diventata lenta ed addirittura noiosa a tratti. A parte questi aspetti, lo spettacolo in generale è stato bello, e non mi sono pentito di averlo visto. Se a distanza di una settimana sto ancora qui, in fissa, che mi sento e risento le canzoni, qualcosa vorrà dire. Le cose che forse mi sono rimaste più impresse e che mi hanno colpito di più sono state la scenografia ed i ballerini. La scenografia meravigliosa, riusciva a stupirmi ad ogni scena, specialmente con la velocità con cui veniva modificata e con quel velato nero che mostrava e nascondeva ad intervalli. Ed i ballerini sono stati una cosa formidabile. Li ho visti fare delle cose che rimanevo a bocca aperta e mi esaltavo troppo XD Anche perché molti di questi erano acrobati, e di acrobazie ne hanno fatte veramente tante. Le scene più belle infatti sono state quelle con i clandestini, nelle quali comparivano tutti i ballerini sulla scena, il palco si riempiva, ed usciva fuori un caos di danze meraviglioso. Non sapevo mai dove guardare, spesso snobbavo gli attori principali per concentrarmi su di loro: erano bellissimi. Mi è rimasta impressa la coreografia delle campane e quella della corte dei miracoli, per non parlare di come giocavano a salire e scendere quel muro. Un gran bel lavoro. E poi ho trovato veramente molto intimo il momento dopo i saluti, quando c’è stato il reprise di “il tempo delle cattedrali”. La gente è andata sotto al palco ed ha cantato con loro :-)
Sono veramente contento di esserci andato. Ora potrò continuare a sognare con maggiore intensità.