sabato 30 giugno 2012

Europei

Magari non ne condivido il motivo, ma devo ammettere che è veramente uno spettacolo. Ieri sera dopo la vittoria dell’Italia sono sceso anche io per le strade a fare casino con clacson ed urla. Gente che si dava il cinque, gente che si urlava contro grida di gioia, gente che suonava l’una verso l’altra come a condividere la stessa emozione, gente che si sorrideva: sembravano essere diventati tutti fratelli. Era bello : ) Poi la libertà più sfrenata: gente che lanciava cose dai balconi, gente che muoveva pali e cartelli stradali quasi a volerli staccare, macchine e motorini che si accavallavano uno sopra all’altro senza più regole stradali, gente arrampicata fuori dai finestrini delle auto o in piedi sopra a camioncini, suoni schiamazzi ed urla ovunque. Forse un leggero sfociare nel vandalismo, però dava proprio l’impressione di libertà, come a voler dire “ora puoi fare tutto!”. E poi che strano! Non essendo abituati a simili concentrazioni di suoni, a tratti ho provato anche sensazioni di paura. Dietro di me un tir si era attaccato fisso al clacson (e voi sapete bene qual è il suono del clacson di un tir), dal palazzo che avevo appena oltrepassato si sentivano suoni di esplosioni che in realtà erano padelle e pentole che sbattevano, dalla strada arrivavano sirene d’allarme, dai vicoli arrivavano rimbombando urla e grida: suoni come questi, tutti concentrati nello stesso momento e nella stessa atmosfera, ti disorientano facilmente, e se non capisci da dove arrivano o da cosa arrivino può anche salirti addosso una pungente sensazione di terrore, quasi fosse l’apocalisse. Insomma, è stato divertente e particolare!
L’unica cosa che non mi è piaciuta… la gente è spastica a scendere in piazza con i cani. Alcuni di loro, tra clacson e trombette (quelle fanno veramente male alle orecchie), giravano impazziti su loro stessi completamente terrorizzati e sofferenti, e negli occhi di alcuni di questi ho visto la paura della morte.

venerdì 22 giugno 2012

*sbadiglia*

«Comunque dimagrisci a vista d’occhio, è assurdo. Da un giorno all’altro. Quanto avrai perso, otto nove chili? Tutti insieme poi!».
Detto da una persona che, vedendomi tutti i giorni, la differenza non dovrebbe notarla più di tanto :3

martedì 19 giugno 2012

Good work

È un periodo di tempo che la mia relazione con il tempo è diventata incredibilmente stabile ed ordinata. E me ne stupisco, visti i precedenti conflittuali. Da circa un mese e mezzo forse, lo stesso tempo che è passato da quando ho cominciato a frequentare la palestra. E forse è stata proprio la palestra a generare questo effetto. Incredibile, non è vero? Io non andrei mai a pensare che una cosa come la palestra possa determinare cambiamenti così profondi in questo tipo di ambiti. Anzi, pensavo che l’essermi preso l’impegno giornaliero con l’allenamento mi avrebbe portato via un infinità di tempo in un periodo d’esami importante come questo (mi sto giocando se laurearmi a dicembre o a marzo, con questi esami). Ed invece…
Fondamentalmente la palestra mi toglie circa quattro ore al giorno, che non sono poche, nel periodo in cui solitamente sono più produttivo: il pomeriggio. Praticamente so che qualsiasi cosa dovrò fare, qualsiasi cosa dovrò studiare, dovrò farla entro le cinque del pomeriggio, perché dopo andrò in palestra e finirà la giornata. Pensavo che questo avrebbe comportato un grandissimo problema, che avrei cominciato a perdere giornate senza concludere niente, ed invece non è così che sta andando. Sto riuscendo comunque a studiare quanto vorrei. Se mi prefiggo di fare un tot di pagine, o di arrivare ad un certo punto, ci riesco, che io abbia tutta la giornata o che abbia solo fino alle cinque. Probabilmente riesco a concentrare meglio il tempo. Certo, se avessi anche dopo le cinque potrei (e forse dovrei) studiare molto di più, ma mi sta bene anche così. Inoltre sto trovando anche il tempo per dormire molto, eventualmente per uscire, e, da un paio di giorni, di farmi addirittura qualche partita alla play. Anche Serena ha ormai il suo spazietto di tempo ritagliato per lei: il fine settimana non ho la palestra, e mentre uno dei due giorni se ne va per lavorare in pizzeria, l’altro è per lei, come in un perfetto meccanismo ad incastro. Le uniche cose per le quali al momento non riesco a trovare il tempo sono le uscite con gli amici, il mare, e la scrittura, che siano post o diari (il vuoto di questi giorni non è per mancanza di ispirazione).
È così che mi sto dividendo la giornata al momento. La mattina se riesco ad alzarmi ad un orario decente comincio ad anticiparmi un po’ di studio, altrimenti dormo fino quasi all’ora di pranzo. Dall’ora di pranzo fino a quando non vado in palestra mi chiudo sullo studio, e riesco sempre a finire pelo pelo. Se trovo il tempo di farmi una partita alla play, questo solitamente è subito prima di pranzo. Poi da palestra torno tardi, solitamente alle nove o alle dieci. Tempo che mangio si fa tardi, ma posso stare tranquillo perché niente mi corre più dietro: quello che dovevo studiare l’ho studiato nel primo pomeriggio, quindi mi sento in pace con me stesso, e posso dedicarmi a tutto quello che voglio senza sensi di colpa. Ecco quindi che la sera e la notte diventano un momento di relax nel quale posso chattare, vedere anime, eventualmente scrivere, o altrimenti uscire. E mi sento veramente bene, come se in una giornata riuscissi a fare tutto quello che voglio. Roba che magari, avendo tutta la giornata libera, butterei il tempo oziando davanti al pc o annoiandomi e comincerei a scrivere post del tipo “che schifo passare tutta la giornata dentro casa”. Ora che devo andare in palestra a piedi ho addirittura un ora di passeggiata assicurata al giorno: una pacchia.
Speriamo che duri un altro po’: questo “ordine” mi rilassa.

mercoledì 13 giugno 2012

Porte...

L’altro giorno entravo in palestra. All’entrata, in fondo alle scale, c’è una doppia porta a vetro attraverso la quale si accede alla sala. Sono di quel tipo che puoi sia tirarle a te che spingerle in avanti, anche se solitamente solo una delle due modalità è corretta ed è specificata dai cartellini “tirare”/”spingere” attaccati sulla porta.
Ero un po’ sovrappensiero quando sono arrivato. Mi sono ritrovato la porta che invece di trovarsi in posizione neutra, chiusa, si era incastrata contro il pavimento in posizione semi-aperta, verso di me. Quindi l’ho aperta tirandola verso la direzione in cui era già semi-aperta, dando per scontato che fosse quella giusta, senza nemmeno soffermarmi a leggere se ci fosse scritto “tirare” o “spingere”. Ma aprendola e passandoci ho sentito che oltre ad aver fatto rumore mi ha fatto anche una gran resistenza, quindi mi sono reso conto che probabilmente l’avevo aperta al contrario. Infatti quando la porta si è richiusa, stavolta nella posizione corretta, e mi sono girato a guardare, il cartellino me ne ha dato la conferma. “Chissà come cavolo ci era finita incastrata al contrario in quel modo…” mi sono chiesto, curioso, andando verso gli spogliatoi.
Qualche ora dopo stavo uscendo, ed avvicinandomi alla porta ero tornato a pormi la domanda, con una curiosità quasi innaturale. Stavolta però sono stato attento a leggere il cartellino per non sbagliarmi, ed ho “tirato” a me la porta come indicato. Quindi sono uscito, ma un attimo dopo ho sentito un forte rumore alle mie spalle: forse avrei dovuto accompagnarla, probabilmente non aveva il sistema di rallentamento e si era chiusa di botto >.< Mi sono girato, e… stupore! Chiudendosi aveva preso velocità, ed invece di fermarsi al punto giusto si era ri-aperta nella direzione opposta, quella sbagliata, incastrandosi nel pavimento così come l’avevo trovata all’inizio. Mistero svelato! E per di più ero stato io! Buffo, veramente buffo…
Ma la cosa più curiosa è un'altra. Per non uscire accaldato dell’umidità degli spogliatoi mi ero seduto sui divani, proprio davanti alla porta. Nel frattempo è arrivata una signora che stava entrando. Questa si è trovata la porta incastrata ed ha praticamente fatto come avevo fatto io: l’ha tirata a se, aprendola nel verso sbagliato, ingannata dalla posizione di partenza. Ed io ho avuto il coraggio di pensare “ma che cavolo, la gente non è capace a leggere che c’è scritto ‘spingere’?” per poi rendermi conto, un istante dopo, che io avevo fatto la stessa identica cosa poche ore prima. E mi sono stupito veramente tanto. È venuto da chiedermi: tutte le volte che mi è capitato, ad esempio durante i miei viaggi, di criticare atteggiamenti di altre persone, chissà se veramente erano cose che io non avrei mai fatto o se invece ho finito per criticare anche un possibile me stesso come è successo nel caso della porta della palestra. Mi sono sentito talmente stupido. Forse dopo quanto successo non giudicherò più con la stessa leggerezza.

sabato 9 giugno 2012

Grazie

Fa strano. Ho sempre pensato che sarei morto insieme a te. Sono persino arrivato a dispiacermi che non sia andata così.
Sono stati sei anni splendidi, probabilmente ti devo moltissimo. Mi piange il cuore.
Addio, caro amico mio.


venerdì 8 giugno 2012

mercoledì 6 giugno 2012

Vaccini

Promemoria: i vaccini sono proprio bastardi!
Venerdì mi sono fatto un richiamo per l’antitetanica (credo), ed oltre ad avermi bloccato il muscolo del braccio in modo dolorosissimo (ancora non mi è passato), mi ha fatto stare con la febbre per quattro giorni. Che scocciatura -.-

sabato 2 giugno 2012

Logica dei sogni

Che cosa buffa i sogni. Prendono un insieme di cose che in un determinato periodo ci riguardano, o ci sono capitate, o abbiamo visto, e le mescolano tutte insieme in un'unica situazione in modo casuale ed assurdo.
Stamattina ero sceso un attimo sotto casa per fare qualcosa con l’intenzione di tornare subito, ma nel frattempo mia madre era uscita ed io non avevo le chiavi: ero rimasto fuori. Improvvisamente mi accorgo che ero uscito in mutande (tanto era questione di un attimo), e comincio ad impanicarmi perché stavo in mezzo alla strada quasi nudo o.o Non avevo nemmeno il telefono per chiamare mia madre. Sarei dovuto andare a prendere le chiavi al negozio e quindi farmi mezza Anzio in mutande? Non esisteva! Stavo tipo contro il muro, con una mano davanti alle mutande per vergogna >.< Allora ho citofonato e mi sono fatto aprire da qualcuno. Per le scale ho incontrato qualche signora (vergogna), ho chiesto con imbarazzo di fare una telefonata, ma nessuna me l’ha fatta fare >.< Allora sono finito a casa di una signora del mio palazzo, Lilia, che gentilmente mi ha permesso di chiamare dal telefono di casa. Quindi stavo nella sala di questa, seduto ad un lungo tavolo, ma era pieno di signore del palazzo sedute intorno che chiacchieravano allegramente ignorandomi. Il telefono era enorme e nero, ed i tasti stavano sulla superficie sotto la cornetta, quindi per usarli bisognava alzarla. Avevo difficoltà a chiamare o.o’’ Una volta la signora mi metteva pressione fissandomi come a dirmi di sbrigarmi e non mi veniva in mente il numero di mia madre a memoria (che in realtà so). Poi invece ho cominciato ad avere problemi con la pulsantiera, tra l’altro gigante. Ogni tasto era tondo e sembrava quello degli ascensori. Solo che non si premevano bene, quindi a volte componendo il numero mi saltava la digitazione di un tasto, altre volte me lo premeva due volte come facesse falso contatto. Per cercare di capire se li spingevo bene cercavo di tenere la cornetta all’orecchio per sentire i suoni, ma per un motivo che non ricordo avevo difficoltà a tenere contemporaneamente la cornetta ed a spingere i tasti. E continuavo o a dimenticarmi il numero, o a sentire che il tasto non veniva pigiato, o a sentirlo pigiare doppio “bipbip”. Ho cominciato addirittura a premere con molta calma, facevo un tasto ogni tre secondi premendo dall’alto con l’indice. Ma c’era sempre qualcosa che non andava. Quelle poche volte che ci riuscivo e mi esaltavo non partiva la chiamata ed il telefono era muto, tipo senza linea. Il brutto è che tutte le volte che premevo la linguetta del telefono all’indentro per ricominciare a comporre la signora si distraeva per un secondo dalla chiacchierata con le altre per buttarmi un occhio scocciato e sbuffare, del tipo “oddio, ancora? Ma è stupido? Che ci vuole?” e mi faceva un ansia assurda. Ad una certa ha cominciato a venirmi il numero di mio padre, che per assurdo sembrava funzionare meglio con i tasti o.o’’ Ad una certa mi sono addirittura accorto di ulteriori tastierine numeriche. Una era sulla cornetta stessa, ma i tasti non funzionavano (non si sentiva il bip alla cornetta). Un'altra stava sul telefono, ma era tipo la serie numerica della tastierina del pc, con tutti i numeri in fila orizzontalmente. E non funzionava nemmeno quella. Insomma dieci minuti, venti, mezz’ora, non riuscivo a fare quella cazzo di chiamata. E stavo lì in mutande. Che ansia XD
Non era assolutamente in programma di raccontare il sogno, mi sono lasciato trasportare >.< Però mi sono sognato la signora Lilia perché ultimamente la incontro spesso in giro e per il palazzo. Mi sarò sognato casa sua perché l’altro giorno scendendo sulle scale mi ha fermato sulla soglia della porta di casa sua per farmi vedere il suo nuovo gattino di due mesi tutto nero (lei è quella che ci aveva dato Lucky all’inizio) :3 E se mi sono sognato di stare in mutande è perché probabilmente stamattina per farmi il vaccino mi hanno fatto togliere metà maglietta e sono dovuto stare mezzo nudo per un quarto d’ora in sala d’attesa. C’erano anche altri elementi del sogno che riguardavano cose reali, ma non li ricordo. Assurdo e buffo, comunque XD
Ok, per essere efficace questo post doveva essere molto più corto e sintetico >.>