domenica 26 febbraio 2012

Bowling ._.

Non ho mai compreso il rapporto che c’è tra me ed il bowling. Una volta sono scarsissimo, faccio una marea di tiri senza nemmeno prendere un birillo, e finisco sempre ultimo. La volta dopo faccio strike e spare a raffica ed arrivo tranquillamente a punteggi come 120, stracciando tutti gli altri. Poi la volta dopo divento di nuovo scarso, e così via. Che strana sta cosa ._.

giovedì 23 febbraio 2012

Verso l'esame

Chissà la gente che mi vede sul treno cosa pensa di me.
Un secondo prima sono lì, con un libro di giapponese aperto sulle gambe a studiare, un attimo dopo nascondo il viso dietro al libro chiuso per cercare di ricordare cosa ho letto. Poi improvvisamente mi prendo una pausa da tutto e comincio a battere le mani a tempo di musica sulle gambe, travolto dal ritmo coinvolgente della canzone che sto ascoltando. Poi, ancora, riprendo a ripassare e mando gli occhi al cielo stile JD per cercare di ricordarmi una cosa che mi sfugge. Quindi la musica cambia, e mi distraggo ancora. Adesso guardo fuori dal finestrino, il cielo, il sole, la luce negli occhi: sembro essere la persona più felice del mondo. Canto, muovo solo il labiale, non stacco più lo sguardo dal cielo. La musica raggiunge il suo climax, per la gioia chiudo gli occhi e sorrido, mentre la luce mi irradia il volto. Vivo.

Sul treno, verso l’esame.

giovedì 16 febbraio 2012

Sessione invernale 2012

Giapponese 2 non poteva essere ulteriormente rimandato, dovevo assolutamente darlo. Ed avendo cominciato a studiare tardi ho pure rischiato. Poi volevo dare l’esame di letteratura, quello rifiutato nella sessione precedente. Però l’appello era troppo vicino a quello di Giapponese, ed ho dovuto concentrare tutte le mie energie su quest’ultimo. Quindi ho lasciato perdere. L’unico esame abbastanza distante era quello di Storia dell’Asia, ma era un azzardo: era un esame veramente troppo lungo da preparare, il tempo sarebbe potuto non bastare.

LINGUA E TRADUZIONE GIAPPONESE 2:
Era un esame che avevo cominciato a preparare già più volte, quindi una parte della grammatica l’avevo già assimilata. E tuttavia le lingue sono infami, perché appena smetti di praticarle ti dimentichi subito tutto. Infatti quando ho cominciato a studiare per lo scritto, un mese prima, non solo mi sono accorto che ricordavo poco, ma che mi ero addirittura dimenticato tutte le cose del primo anno o_o Quindi ho dovuto prima ripassare tutto il primo anno di giapponese e poi buttarmi sul programma del secondo. Il problema principale era la quantità pressoché infinita di ideogrammi da imparare, ma per fortuna ho trovato un programmino che mi ha veramente semplificato il compito: è stata la mia salvezza. In un solo mese sono riuscito ad imparare tutto quello che avrei dovuto fare in questi tre anni. È anche vero però che ho studiato come un matto, dalla mattina alla sera, eliminando tutte le distrazioni ed i passatempi.
Sono arrivato allo scritto abbastanza tranquillo. Alcune cose non le avevo ancora memorizzate bene, non era una preparazione perfetta, ma sapevo abbastanza di tutto. Mi ha preso un po’ di ansia giusto il giorno prima, quando ho provato a fare le simulazioni e mi sono reso conto che mi mettevano in difficoltà. Lo scritto è andato molto bene. Sulle cose che sapevo di meno mi erano capitate le domande giuste, mentre sul resto ero ben afferrato.
Per l’orale era più complesso. Io giapponese l’avevo sempre letto e scritto, mai ascoltato e parlato, quindi la situazione era tragica. Inoltre dopo lo scritto ho rallentato parecchio i ritmi di studio. Infatti ho fatto gli esercizi orali che sapevo mi avrebbe chiesto, le traduzioni che erano da sapere, gli ideogrammi ed altro, ma non ho fatto pratica con la conversazione. Speravo che non fossero tanto esigenti e che sarebbero partiti dal voto dello scritto. E così è stato. Sono capitato con l’insegnante che speravo, quella che più mi conosceva di vista e che secondo me era la più buona. Appena entrato si è subito stupita del punteggio alto che avevo preso allo scritto. Durante le conversazioni e gli esercizi orali mi impicciamo, sbagliavo per la fretta e per l’agitazione, andavo a rallentatore, ma lei mi correggeva, mi aiutava, e mi dava tutto il tempo di cui avevo bisogno. L’aveva capito che le cose le sapevo, ed infatti sul suo foglio la vedevo scrivere tutti simboli positivi. Solo alla fine ho fatto un po’ di errori, al dettato scritto, ma nel complesso è andato bene.
Risultato scritto: 91 (su 100?)
Risultato orale: 29

Tutto qui. L’esame di Storia nemmeno ci ho provato, ho rinunciato da subito. Dopo aver dato giapponese mi sono reso conto che non riuscivo più a rimettermi a studiare. Ed ho cominciato a perdere giorni su giorni, finendo per demoralizzarmi.
Mi rode aver dato un solo esame in questa sessione. Però almeno mi sono tolto giapponese. Ora comunque non posso permettermi più errori di nessun tipo: mi sono rimasti quasi solo esami molto difficili, e da qui a Dicembre le sessioni rimaste non sono molte

martedì 7 febbraio 2012

Crescendo...

Mi piacerebbe rifare la stessa esperienza che ho fatto in Giappone tanti anni fa, ma con le mie conoscenze attuali. Proprio la stessa, identica. Cioè vedere le stesse persone, fare le stesse attività, passare le stesse giornate. Non solo adesso sarei in grado di apprezzare molto meglio, ma sarei anche molto più all’altezza del compito. Poi mi piacerebbe mettere in parallelo entrambe le esperienze e vederne le differenze. Tanto per esempio, ora sarei in grado di parlare e di capire le persone alle quali tanto mi ero affezionato e che non avevano avuto modo di comunicare con me. Al tempo era come se fossimo entrambi muti, ma ora potremmo esprimerci a vicenda e dirci tutte le cose che non avevamo avuto modo di dire quella volta. Un'altra differenza è che ora sarei all’altezza di certe situazioni. Quando sono andato non ero nemmeno in grado di vestirmi. Non avevo mai indossato un abito, delle scarpe eleganti, una cravatta. Avevo solo la giacca dei miei 18 anni. Ho partecipato a Distrettuali Lions, ad incontri con sindaci, presidenti, ministri, con indosso jeans, camicia (nemmeno dentro i pantaloni), giacca, e… sotto delle scarpe da ginnastica D: Deve essere stato tremendamente imbarazzante per loro presentarmi in questo stato, ne mi avranno potuto dire niente per non mancarmi di rispetto. Ora invece l’esperienza in campo formale ce l’ho, e farei il mio bel figurone. Ancora, mi viene in mente il pomeriggio in cui mi hanno portato a praticare calligrafia. Non sapevo nemmeno cosa fosse la calligrafia, non l’avevo mai vista praticare, non sapevo che esistesse, e mai avrei potuto pensare che si trattasse di una delle arti più importanti del Giappone. Ero semplicemente stato portato in questa piccola soffitta dove una maestra faceva praticare i bambini a scrivere ideogrammi con pennello ed inchiostro su carta di riso (?). Pensavo che fossero lezioni extrascolastiche di recupero per insegnare ai bambini a scrivere, non che fosse un corso di calligrafia. E di conseguenza è stato buffo il modo in cui io mi sono approcciato a questa. La calligrafia è un arte nella quale si deve esprimere la propria personalità. Con pennello ed inchiostro si devono “disegnare” gli ideogrammi di getto, con forza e decisione, e nel farlo si possono riconoscere gli stati d’animo o le sensazioni che vuoi comunicare. E ci sono delle regole ben precise da rispettare. Ad esempio alcuni tratti non vanno spezzati, ma vanno percorsi dall’inizio alla fine senza alzare la penna o il pennello dal foglio. Allo stesso modo, c’è anche un ordine con il quale devono essere eseguiti i vari tratti che compongono l’ideogramma. Io invece facevo un vero e proprio disegno. Guardavo l’ideogramma che mi avevano dato da copiare e lo riproducevo con calma, fermandomi spesso a metà o ad ogni tratto per vedere come proseguiva. Ed ovviamente non seguivo ordini, partivo da dove ritenevo più opportuno. Ma la cosa più buffa è un'altra. Nella calligrafia, scrivendo di getto si verificano effetti grafici particolari. Ad esempio il punto in cui appoggi il pennello (ancora bagnato) e cominci il tratto è più largo, quasi chiazzato, rispetto alla sua estremità finale: infatti il tratto va restringendosi sempre di più, causa dell’effetto del pennello che all’inizio viene schiacciato sul foglio ma che poi continua il tratto sfiorando il foglio solo con la punta. Allo stesso modo, spesso all’estremità di un tratto compare una specie di virgoletta che va verso l’alto. Anche questa è causata dalla scrittura di getto, perché spesso passando da un tratto all’altro velocemente magari non si alza bene il pennello e questo lascia una piccola striscia che ripercorre lo spostamento fatto con la mano. Ovviamente queste cose non le sapevo, e quindi cercavo di riprodurre pure quei dettagli, che invece dovevano essere involontari. Ricordo che spesso a fine “disegno” andavo proprio a ritoccare le parti che mi sembravano meno chiazzate rispetto all’originale, o andavo a rifinire le virgolette, proprio come se stessi dipingendo XD
Eh, se solo potessi ripetere tutto…

P.S. Rimanga tra noi, ma Shihomi ha finito di studiare in America ed è tornata in Giappone. Prima o poi mi piazzo lì da loro e non me ne vado più XD

sabato 4 febbraio 2012

Arredamenti

Casa mia è veramente bella. Non me ne ero mai accorto prima. Sarà che con l’età sto sviluppando il gusto per l’arredamento, ma ultimamente sono diventato in grado di apprezzare ciò che mi circonda. Mia madre ha sempre ricercato uno stile classico, antiquato, di classe, in ogni elemento che compone la casa. Le applique, le lampade da comodino, gli specchi, i tappeti persiani, la maestosa libreria da muro, le enciclopedie che ne fanno parte, la poltrona in pelle, i tavoli e le mensole in legno pregiato, il colore lucido di quest’ultimo, il parquet, e tantissimi altri elementi. Non me ne ero mai accorto perché essendoci cresciuto per me era la normalità, ma adesso che di case ne ho viste tante, specialmente dopo il mio ultimo lavoro di consegne a domicilio, mi sono reso conto della differenza. Erano poche le case che mi colpivano, le altre mi lasciavano quasi tutte una sensazione di “normalità”, di poca raffinatezza, con arredamenti troppo comuni, troppo poco ricercati, che si trovano in qualsiasi negozio o che hanno più o meno tutti. Un po’ come la differenza che c’è tra l’atmosfera di un ristorante di classe ed una mensa delle elementari con sedie di plastica e tavolini colorati.
Con questo non voglio vantarmi o dire che casa mia è più bella di altre. Magari è solo un mio gusto personale, o parlo così perché ci sono affezionato. Volevo solo dire che casa mia mi piace, ecco.

venerdì 3 febbraio 2012

Supereroi

Ci sono persone speciali.
Persone che emanano luce propria, che sono pulite, semplici, genuine. Sono buone nel cuore, ispirano fiducia a prima vista. A volte il loro comportamento può sembrare infantile ed ingenuo, ma in realtà sono molto mature ed intelligenti, e quella che si vede è solo l’innocenza di saper guardare con gli occhi di un bambino, capacità che non hanno mai perso. Il loro sorriso è una cosa meravigliosa, perché non conoscono sorrisi finti. Se le vedi sorridere è perché sono felici nell’anima, e non puoi fare a meno di sorridere anche te: è una felicità contagiosa, riescono a colorare tutto ciò che le circonda. Sono in grado di fissarti negli occhi per molto tempo, perché per loro un contatto così intimo e diretto non è causa di disagio. E possono sembrare persone strane, bizzarre, ma in realtà sono solo particolari: siamo noi che non siamo abituati a vederne di questo tipo.
Ci sono persone speciali. Se poi decidono di dedicare la loro vita al prossimo, ai più bisognosi d’aiuto, allora per me queste persone diventano dei veri e propri supereroi.

mercoledì 1 febbraio 2012

Nuove piattaforme

Non è che alla fine io sia rimasto proprio soddisfattissimo di tutti questi trasferimenti di blog.
Da Splinder ad IoBloggo sono riuscito a trasferire i dati senza particolari intoppi, ma Splinder non mi ha attivato i redirect. Oggi 1 Febbraio i blog di Splinder sono stati cancellati (che cosa bruttissima da vedere), e pare che l’unico che abbia avuto successo con il redirect sia stato il pubblico: Dawn of Dreams 2. Gli altri sono affondati. Ma alla fine, se si va a vedere, è stato il male minore: Dawn of Dreams era privato e chi aveva l’accesso conosce anche il link del suo alterego su IoBloggo, Diario di Bordo non lo apriva più nessuno da anni, e se qualche vecchio lettore si ricorda improvvisamente di Dawn of Dreams 2 troverà il redirect funzionante. Va bene così.
Qui su Blogger, invece, funziona tutto bene e mi piace. Però stanno uscendo fuori dei problemini che mi stanno infastidendo parecchio. Sul blog pubblico c’è lo sfondo che alle volte sballa da solo e si “spezza”. Cambia senza motivo, fa come gli pare, e dopo tutti i lavori maniacali che ci avevo fatto sopra mi ci rode il culo. Sul blog privato, invece, ho scoperto che se rendo il blog privato, per l’appunto, non funzionano più alcuni “gadget” che ho nella colonna. Ad esempio il profilo, o la barra degli ultimi commenti (quest’ultima importante). Sto cercando soluzioni su internet, ma a quanto pare dovrò di nuovo diventare scemo con l’html. Che palle, volevo che fosse tutto perfetto al momento del passaggio!

Edit

Come non detto, i redirect funzionano tutti e tre. Però solo se invece di www si comincia con http, altrimenti no. Mi funzionava solo Dawn of Dreams 2 perchè era l'unico che nei preferiti avevo salvato con http. Spero che anche gli altri ce l'abbiano salvato con http.

Brutti vizi...

Quando dormo ho il vizio di infilare sempre il piede tra il materasso e la lastra di legno che separa il letto dal muro. Il materasso si è pure deformato, formando una rientranza in quel punto XD Non so, mi sembra un vizio molto puccioso, tipo bambino che vuole mettere il piedino al calduccio o al sicuro. Anche se il mio è tutto tranne che un piedino XD

***

E se soffrissi di qualche forma molto leggera di dislessia? o.o