sabato 21 settembre 2013

Amore

Mentre, sdraiato a terra accanto a lei, la mia mano le sfiorava il volto rilassato con una delicatezza che rasentava il divino, tra me e me pensavo che molto probabilmente in vita mia mai mi sarebbe capitato di accarezzare una donna con altrettanto amore immenso.

Chissà se sei in grado di rendertene conto, gattina mia.

venerdì 13 settembre 2013

Seratine calde

La passeggiatina imprevista a mezzanotte passata, da solo, con la musica nelle orecchie, con il freschetto serale, per fare un favore a qualcuno, è stata incredibilmente piacevole. Ci vorrebbe tutte le sere. Se solo avessi un motivo! Forse dovrei cominciare a portare fuori il gatto…

giovedì 12 settembre 2013

Live, 1° round

Sun Tzu – L’arte della Guerra.

Un manuale di strategia bellica risalente alla Cina arcaica i cui contenuti sono considerati attuali ancora in epoca moderna. Si dice, infatti, che i consigli contenuti al suo interno siano universali e che siano validi per qualsiasi guerra, anche per le attuali strategie di consumo e di mercato della nostra società, ad esempio. Beh, a me non è piaciuto proprio per niente. Lo avevo comprato perché mi sono sempre divertito a fare lo stratega, e dunque speravo che mi ci sarei ritrovato. Invece il libro non è altro che una serie di concetti astratti elencati uno dietro l’altro. Non è nemmeno discorsivo, non segue un filo, un discorso, sono quasi tutte frasi a se stanti, isolate tra loro. E questi stessi consigli molto spesso non sono nemmeno concreti, chiari, espliciti, ma velati con delle metafore che vanno a libera interpretazione da una persona e l’altra. A mio avviso, questo libro non dice proprio nulla.

F. Scott Fitzgerald – Il Grande Gatsby.

Si dice che i libri siano sempre più belli dei film. Era quello che mi aspettavo anche in questo caso: dopo essere rimasto completamente affascinato dal film, avevo sperato di trovare nel romanzo qualcosa di ancora più profondo. Un titolo, dunque, sul quale avevo molte aspettative, e che invece mi ha incredibilmente deluso. L’ho trovato innanzitutto incredibilmente noioso. I personaggi poco caratterizzati, la storia che per tutta la durata del libro ti da l’impressione che debba ancora ingranare, le lunghissime ed inutilissime parti descrittive, l’incapacità dell’autore di mettere in risalto le frasi o i fatti veramente importanti. Devo dire la verità, l’ho letto molto distrattamente, perché mi annoiava, ma ho fatto fatica a seguire la storia nonostante la conoscessi già bene per il film per quanto è stata trattata in modo oscuro, poco chiaro. Rispetto al film, pieno di vita, di colori, attento ai minimi particolari, nitido sulla trama e sulle emozioni, con i personaggi carismatici, il libro sembra grigio, apatico, trascurato. Se proprio dovete, vi consiglio di leggerlo prima di vedere il film, o potrebbe irrimediabilmente cambiarne il giudizio. Poi boh, magari è semplicemente che io non sono fatto per la lettura e che quindi uno scritto non riesco a valorizzarlo quanto si dovrebbe.

Franz Kafka – La Metamorfosi.

Ero convinto che fosse una favola scritta durante l’età dell’oro dell’antica Grecia o dell’antica Roma, perché a scuola ricordavo di aver letto questo titolo in relazione a quel periodo e la cosa mi era rimasta impressa senza motivo. Ci sono rimasto incredibilmente male quando ho visto che era un testo abbastanza contemporaneo. Kafka l’ho odiato un po’, mentre leggevo questo libro da me più volte reputato completamente “inutile”. Innanzitutto è cortissimo: ero convinto che il romanzo stesse ancora per iniziare, per ingranare, che quella fosse solo la parte introduttiva, quando invece la pagina dopo ho scoperto che era finito (l’altra metà libro erano altri racconti di Kafka). Ma ciò che più mi ha infastidito è che nell’intero racconto non succede assolutamente nulla: la storia è statica, immobile, non si muove e non si evolve, si potrebbe quasi dire che più che un racconto sia la descrizione di una condizione. L’unico punto a suo favore è che nonostante tutto è riuscito a non annoiarmi. L’atmosfera è molto cupa, asfissiante, claustrofobica, ma immagino che questo fosse nelle sue intenzioni.

Sigmund Freud – Il Sogno.


Questo si che è stato interessante. Lo avevo preso con scetticismo, più per curiosità che non per altro, perché non credevo molto all’interpretazione dei sogni: la consideravo una scienza arrangiata, che poggiava le sue basi solo su supposizioni visionarie, niente di concreto che potesse essere misurabile con strumenti scientifici o che potesse essere concretamente provato. Invece Freud mi ha dovuto far ricredere. Sono rimasto molto stupito da quanto, attraverso la sola osservazione, sia possibile dimostrare un fenomeno o creare un sistema perfettamente valido. Sistema che, così incredibilmente coerente e logico, Freud non ha avuto problemi a farmi accettare. Già dai primi capitoli non avevo più dubbi a proposito della validità dell’interpretazione dei sogni. Che poi ciò che ho apprezzato di più di Freud è stata proprio la sua chiarezza e la sua limpidezza nello spiegare, cioè il suo stile di scrittura. Più che uno scritto di carattere scientifico, sembrava che Freud fosse lì a prendere un caffè ad un bar seduto di fronte a te, a spiegare ad un amico alcune idee nuove che gli erano venute in mente, e senza pretendere nessuna conoscenza di psicologia alle spalle, partendo proprio da zero. È un testo per chiunque. E la sua lettura è di una tale facilità che difficilmente sarebbe possibile non capirlo. Poi lui è talmente bravo a sintetizzare ed a spiegare, che la lettura diventa anche piacevole. Se a questo stile così pulito si aggiunge anche l’interessantissimo contenuto del libro… beh, ecco a voi il nostro best-seller! La casa editrice ha riportato solo alcuni dei saggi di Freud che normalmente compongono le edizioni integrali de Il Sogno, e secondo me nemmeno ha scelto i più interessanti, ma è stata una lettura estremamente istruttiva oltre che piacevole. Una cosa mi ha colpito più di tutte le altre. Con quanta facilità l’indole umana è tentata dal desiderare la morte altrui, per motivi anche molto semplici in realtà (ad esempio desiderare la morte di un fratello per la gelosia delle attenzioni dei genitori). Fortunatamente sono desideri inconsci, sopiti ed inattivi dentro di noi, grazie ad un organo psicologico che effettua una censura sulle idee, una specie di buon senso (che durante il sonno però è inattivo, e quindi attraverso le analisi dei sogni è possibile risalire a queste pulsioni), ma esistono. Fa impressione pensarci. E fa ancora più impressione se si pensa che a tanta gente pazza fuori di testa questo organo di censura potrebbe non funzionare.


P.S. Si lo so mi sono spiegato male, ma non mi va di sistemare *pigrizia time*

martedì 10 settembre 2013

Storie con finale scarso

Ieri sera facevo un favore a mio fratello ed accompagnavo lui e la ragazza in macchina verso Latina. Era una giornata un po’ nuvolosa, ventosa, di quelle che ti sembrano il primo assaggio dell’inverno che sta tornando. Sapevo già da prima di uscire di casa che guidare di notte, su uno stradone sgombro, con quel tempo, specialmente al ritorno da solo, mi avrebbe rattristito un po’. Era un tempo molto malinconico.
Eravamo a metà strada, quando all’improvviso ho sentito un odore, un profumo. Era buono. Ma il fatto particolare era che mi risultava incredibilmente familiare. Anche più di questo: era un odore quasi intimo, con il quale sapevo di avere avuto molto a che fare, forse da piccolo. Mi rilassava, mi coccolava, mi faceva sentire bene. Cercavo di capire cosa fosse, lo conoscevo bene, ma la mia mente proprio non riusciva a ricordare. Che mio fratello avesse come al solito usato uno dei miei profumi? Forse per quello mi era così familiare. Ma no, mi rimandava più ad un immagine femminile. Che fosse il profumo della ragazza? Magari ne usava uno simile a quello di Serena. O forse a quello di Erika, vista la sensazione di lontananza dal presente. O forse era semplicemente qualche odore della macchina, che non era mia.

Solo al ritorno, parecchio tempo dopo, quando nemmeno ci stavo più pensando, la risposta è arrivata chiara e limpida alla mia mente: era l’inconfondibile profumo delle salviette umidificate (che si trovavano in macchina). La cosa mi ha lasciato un po’ confuso.

domenica 8 settembre 2013

Newton Compton Live

È uscita una collana di libri chiamata Live in questi ultimi mesi. È una ristampa di vecchi classici di tutti i tempi, dai letterati di epoca greca e romana ai filosofi dell’epoca moderna, dagli antichi poeti cinesi ai famosi scrittori italiani degli ultimi secoli. La caratteristica principale di questa collana è il costo dei singoli libri, di 0,99 euro l’uno. In secondo luogo, la loro grandezza: sono tutti molto piccoli, di circa 120 pagine l’uno (in realtà il contenuto è stato adattato al numero di pagine riducendo o aumentando la grandezza dei caratteri).
Voi sapete benissimo che io non sono mai stato particolarmente attratto dalla lettura. Fondamentalmente perché mi scoccio. Si, la causa è sempre questa mia tremenda pigrizia mentale. Magari una volta cominciato un libro, leggere mi piace pure, ma è il primo passo che mi frega: guardo un libro, guardo il suo spessore, e già penso “uff, che palle, non mi va”.  Di conseguenza non sono mai stato uno che compra libri, perché sono uno che sta sempre molto attento alle spese ed ovviamente non spendo soldi per qualcosa che non mi interessa.
Ora: la pigrizia è un fatto psicologico. E come tutti i fatti psicologici, c’è sempre il trucchetto per aggirarli e fregarli. Nel mio caso, la chiave del sistema è la grandezza. Voi mettetemi davanti un testo suddiviso in capitoli brevissimi o in tanti sottocapitolini: io me lo divoro! Perché? Perché è diviso in tante piccole frazioni, la mia mente pensa “mh, in questo libro puoi fermarti quando vuoi Ale, tra un capitoletto e l’altro: non ti creerà troppo impegno”, e va a finire che un capitoletto tira l’altro.
Dove sta, dunque, l’efficacia di questa collana Live nel mio caso? Innanzitutto li vedo a 0,99 euro e penso “vabbè, a sto prezzo si può pure fare, anche se sto spendendo soldi per qualcosa che non rientra tra i miei itneressi”. In secondo luogo li vedo così piccoli, di così poche pagine, e la pigrizia viene ingannata: penso “massì dai, sono così piccoli, quanto vuoi che possano scocciarti? Al massimo. pure se ti annoiano, finiscono subito. Si può pure fare”, ed uno tira l’altro come per i capitoletti. La combinazione vincente, sempre nel mio caso, è stata l’aver associato questo prezzo, questa grandezza, ai grandi classici. Perché se c’erano dei libri che mi avevano sempre attratto e tentato alla lettura, questi erano proprio i grandi classici. Sin da quando li studiavo a scuola avevo sempre avuto la curiosità di leggerli, di scoprirli, di capirne l’importanza, anche per un semplice fatto di accrescere la mia cultura. Ma ero sempre stato bloccato dalla pigrizia. Almeno fino ad ora.

Ho comprato circa una quindicina di libri di questa collana, ed alcuni li ho anche già letti. Mi piacerebbe recensirli mano a mano che li leggo, magari a gruppetti di tre o quattro per volta. Vediamo ^^

domenica 1 settembre 2013

Assurdità

Mi sto rendendo conto di quanto il sesso influisca positivamente o negativamente, a seconda dei casi, sull’autostima di un uomo.

È assurdo. E tremendamente sbagliato.