martedì 10 settembre 2013

Storie con finale scarso

Ieri sera facevo un favore a mio fratello ed accompagnavo lui e la ragazza in macchina verso Latina. Era una giornata un po’ nuvolosa, ventosa, di quelle che ti sembrano il primo assaggio dell’inverno che sta tornando. Sapevo già da prima di uscire di casa che guidare di notte, su uno stradone sgombro, con quel tempo, specialmente al ritorno da solo, mi avrebbe rattristito un po’. Era un tempo molto malinconico.
Eravamo a metà strada, quando all’improvviso ho sentito un odore, un profumo. Era buono. Ma il fatto particolare era che mi risultava incredibilmente familiare. Anche più di questo: era un odore quasi intimo, con il quale sapevo di avere avuto molto a che fare, forse da piccolo. Mi rilassava, mi coccolava, mi faceva sentire bene. Cercavo di capire cosa fosse, lo conoscevo bene, ma la mia mente proprio non riusciva a ricordare. Che mio fratello avesse come al solito usato uno dei miei profumi? Forse per quello mi era così familiare. Ma no, mi rimandava più ad un immagine femminile. Che fosse il profumo della ragazza? Magari ne usava uno simile a quello di Serena. O forse a quello di Erika, vista la sensazione di lontananza dal presente. O forse era semplicemente qualche odore della macchina, che non era mia.

Solo al ritorno, parecchio tempo dopo, quando nemmeno ci stavo più pensando, la risposta è arrivata chiara e limpida alla mia mente: era l’inconfondibile profumo delle salviette umidificate (che si trovavano in macchina). La cosa mi ha lasciato un po’ confuso.

Nessun commento: