Non so più nemmeno se definirla sessione, si è fuso un po’
tutto.
TESI
A Novembre ero andato a parlare con la professoressa per
l’assegnazione della tesi. Essendomi dovuto accontentare di chiunque fosse
rimasto libero non avevo argomenti da proporre, ed ho fatto scegliere a lei. Ho
rischiato che mi assegnasse un argomento che non sapevo nemmeno cosa fosse
(aveva un nome in giapponese), ma per fortuna ha scambiato la mia faccia
perplessa per un “l’argomento non mi fa impazzire”, e me l’ha cambiato con una
cosa più chiara: il Santuario di Ise (uno dei santuari più importanti del
Giappone). Non male, sicuramente avrei trovato molto materiale. Invece no XD
Poca roba, e tutta in inglese >.< In realtà io pensavo che i testi su cui
preparare la tesi li consigliasse/trovasse la relatrice, ed invece ho dovuto
fare tutto da solo: la prof l’ho vista solo quella volta che mi ha assegnato
l’argomento, poi non l’ho più ne vista ne sentita, nemmeno per avere consigli o
dritte: completamente abbandonato a me stesso ._. Avevo intenzione di
prepararla dopo l’esame di Giapponese, l’ultimo rimastomi, convinto che avrei
avuto tempo. Intanto mi stavo dando una letta ad un paio di libri introduttivi
sulla materia (perché, al di la dell’argomento della tesi, non ero bene
affermato nemmeno sulla materia in generale). Poi mi sono trovato alle strette
con l’esame di giapponese ed ho lasciato perdere la tesi, con l’intenzione di
rimandarla a dopo. Poi ho ricevuto la terribile notizia: avrei dovuto
consegnare la tesi pronta molto molto tempo prima di quanto mi fossi aspettato
D: Il che voleva dire che dopo giapponese non avrei avuto tempo. Dopo l’esame avrei
avuto circa dieci giorni per leggere tutti i materiali e scriverla: una pazzia!
Ma ormai dovevo comunque rimandarla a dopo giapponese, perché tutte le mie
energie erano rivolte a questo: se non l’avessi passato non mi sarei potuto
comunque laureare. Poi, come se non bastasse, hanno anticipato ulteriormente la
data di consegna della tesi, fino a farla coincidere con lo stesso giorno
dell’orale di giapponese. Perfetto -.- Se già sarebbe stata un impresa
impossibile prima, in dieci giorni, adesso avrei dovuto preparare l’orale di
giapponese e la tesi contemporaneamente, rischiando di dividere le forze e di
non riuscire a portare a termine nessuno dei due.
LINGUA E TRADUZIONE GIAPPONESE 3
L’ultimo esame rimasto. Ho cominciato a prepararlo molto
tempo prima, ma era talmente tanta roba che non so in che modo ma mi sono
ritrovato a fare tutto insieme all’ultimo, con l’acqua alla gola, come al
solito -.- Sarà che quando ero ancora lontano dall’esame dividevo il tempo
studiando sia giapponese che i libri introduttivi per la tesi (che poi nemmeno
sono serviti). Con la data che si avvicinava, poi, mi sono concentrato solo su
giapponese, ma per quanto io abbia studiato come un matto me la sono vista
veramente brutta. La roba era veramente tanta, i libri erano caotici, ed oltre
alle cose del terzo anno avevo anche quelle del primo e del secondo da
ripassare, che avevo completamente rimosso. Poi è arrivata anche la bella
notizia dell’anticipo della scadenza della tesi: dopo lo scritto mi sarei
dovuto dedicare per forza quasi unicamente a questa, trascurando lo studio per
l’orale. Mi sarebbe andato bene anche un 18, volevo soltanto laurearmi il più
presto possibile, mi ero stufato.
Ero convinto che sarei arrivato allo scritto senza la
preparazione adeguata. Ed invece devo dire che gli ultimi giorni sono riuscito
a fare i miracoli ed a farmi entrare un sacco di roba in testa. Certo, la
preparazione non era buona, ma era sicuramente sufficiente. La prova scritta
era divisa in due parti: la prima di grammatica, con esercizi sui kanji, sul
lessico, e tante altre brutte cose. Era quella che più mi preoccupava, per la
quale bisognava aver studiato. La seconda invece consisteva in una traduzione
di un brano, ma per quella stavo tranquillo perché tanto bastava più che altro
affidarsi al dizionario (il grosso della prova stava nel tradurre caratteri mai
studiati). La parte di grammatica è andata piuttosto bene, ne sono rimasto
soddisfatto. Quindi credevo che ormai fosse fatta. Poi è arrivata la
traduzione! Uno schifo! Non so perché, ma non riuscivo a trovare i caratteri
sul dizionario o_o Nemmeno a dire che non sapessi usarlo, il dizionario. E senza
i caratteri ovviamente non c’era modo di svolgere la traduzione o_o Dopo un ora
stavo ancora sulla seconda riga, non avevo scritto quasi nulla, e non riuscivo
nemmeno a capire. Nell’ora rimanente, preso dal panico, sono andato avanti ed
ho provato a tradurre frasi a buffo, a volte partendo anche dalla fine, per non
lasciare il foglio in bianco. Ma almeno in ogni frase mi mancavano sempre uno o
più elementi che non trovavo, quindi non capivo. Poi ha cominciato a mettercisi
pure la stanchezza: per il troppo studio dei giorni precedenti mi si era
abbassata la vista, e da metà traduzione in poi ho avuto tantissime difficoltà
a leggere il dizionario, scritto minuscolo. Per non consegnare in bianco ho
provato a scrivere quello che avevo capito ed ad inventare le frasi a caso, ma la
traduzione non era fedele ne alla struttura della frase ne alle parole. Inoltre
non c’era una frase che avesse senso o che fosse priva di buchi, e non avevano
senso nemmeno nel contesto. Basti pensare che non ho capito nemmeno di cosa
parlasse la traduzione. Quindi ho consegnato una cosa orrenda. Eppure io la
grammatica la sapevo, avevo studiato, ed avevo le conoscenze per passarlo
questo esame. Non capivo come potesse essere andata così, cosa fosse successo.
Sicuramente ci avevano dato una traduzione difficilissima, un po’ troppo
esigente (cosa che poi mi è stata confermata). Dunque ero sicuro di non averlo
passato. Se avessero fatto la media tra la prima e la seconda parte pure pure,
ma avevo sentito dire che pretendevano la sufficienza in entrambe le prove, e
nella traduzione non l’avevo sicuramente raggiunta. Inoltre era un esame in cui
passavano sempre pochissime persone, erano molto selettivi, e con una
traduzione del genere di certo non sarei potuto essere tra quelli. Le speranze
erano quasi nulle.
Insieme all’esame, era svanita anche la possibilità di
laurearmi. Non vi dico che presa a male. Mi sono sentito totalmente sconfitto,
umiliato. Avevo sempre avuto culo in tantissimi esami, non potevo lamentarmi se
per una volta mi aveva detto male nonostante fossi preparato, ma aveva scelto
proprio la tempistica sbagliata. Certo, avrei dovuto comunque continuare a
preparare la tesi nell’eventualità che l’esame l’avessi superato (i risultati
sarebbero usciti la settimana successiva), e giuro che era mia intenzione
farlo, ma non ce l’ho fatta. Mi ero demoralizzato, avevo perso la grinta, non
ci credevo più. “Ma chi me lo fa fare - pensavo – di spaccarmi il culo a
preparare l’orale e la tesi in dieci giorni visto che tanto l’esame non l’ho
superato?”. Quindi ho lasciato passare tre, quattro giorni senza combinare
nulla di concreto. Ed a quel punto era diventato inutile: se anche l’esame
l’avessi passato, ormai l’aver perso quattro dei dieci preziosissimi giorni mi
aveva precluso la possibilità di poter preparare in tempo qualsiasi cosa.
Quindi ho fatto un bel respiro, mi sono messo in contatto con la relatrice, ed
ho annullato la mia prenotazione di laurea. Adesso se ne sarebbe riparlato a Luglio.
Ed io che, stufo, avrei voluto finire al più presto :-/ Rischiavo anche di
perdere la relatrice in realtà, perché quando ero andato a chiedere la tesi mi
aveva detto chiaro e tondo che se non avessi passato l’esame di giapponese mi
sarei dovuto trovare un altro relatore. Quindi era capace che mi sarei dovuto
mettere di nuovo alla ricerca di un altro professore libero e di un altro
argomento, sempre che qualcuno sarebbe stato disponibile per Luglio. Invece la
relatrice, senza nemmeno chiedermi come mai avessi annullato la laurea (e forse
è stato un bene), si è vista disposta ad accettarmi automaticamente anche per
Luglio. Meno male: un problema in meno, è stato un sollievo. Poi, il giorno dopo
aver annullato la laurea, è arrivata la beffa: lo scritto lo avevo passato.
Erano usciti i risultati, e non so per quale assurdo motivo ma ero tra i
pochissimi che l’avevano passato o_o Quindi, se non mi fossi demoralizzato a
quel modo subito dopo lo scritto, magari avrei potuto ancora laurearmi. Mi ero
sabotato la laurea con le mie stesse mani, che cretino! Ma ormai, in ogni caso,
era tardi. Comunque, in una prospettiva in cui avevo già accettato il fatto che
la laurea mi sarebbe scalata a Luglio, la notizia dello scritto passato è stata
positiva: avevo la possibilità di dare l’orale e di togliermi di mezzo
quest’ultimo esame, così fino a Luglio avrei potuto occuparmi solo della tesi e
prendermela comoda.
Per prepararmi l’orale ho avuto anche molto tempo: non ero
più costretto a sbrigarmi per rientrare nelle tempistiche della laurea, quindi
invece di segnarmi al primo appello, che c’era dieci giorni dopo, mi sono
potuto iscrivere al secondo, che mi dava tre settimane di tempo. All’inizio
devo ammettere di essermela presa comoda, mi sembrava un infinità di tempo
quello che avevo a disposizione. Poi mi sono reso conto che le cose da fare
erano più numerose del previsto, e tre settimane mi sono bastate a malapena per
una preparazione che era minimamente sufficiente (non ce l’avrei mai fatta in
dieci giorni preparando in contemporanea anche la tesi, quindi meglio che sia
andata così). Il problema principale più che altro era che io il giapponese
l’avevo sempre studiato leggendolo e scrivendolo, mai parlandolo ed ascoltandolo.
Quindi per quanto mi sarei potuto esercitare (cosa che comunque non ho avuto il
tempo di fare), mi mancavano proprio le basi del parlato e dell’ascolto. Gli
orali di lingua mi avevano sempre terrorizzato infatti. Devo dire, però, che ho
studiato con una costanza mai avuta prima. Mi ero prefissato degli obiettivi
folli, che ero sicuro che mai sarei riuscito a mantenere, ed invece li ho
mantenuti giorno per giorno, fino alla fine. Sono stato veramente molto bravo,
mi sono stupito di me, e ne sono rimasto terribilmente soddisfatto. Tant’è che
non ho avuto addosso nemmeno il solito schifo pre-esame: l’esame sarebbe potuto
andare come gli pareva, ma io avevo fatto anche più del possibile, e quindi ero
in pace con me stesso. Ero più che altro dubbioso se accettare qualsiasi voto o
meno. Lo scritto sicuramente lo avevo passato al limite della sufficienza, e
non potevo aspirare a voti alti. Visto che pure la preparazione per l’orale non
era delle migliori, il 18 era una possibilità concreta. In quel caso cosa fare?
Un 18 mi avrebbe abbassato la media di un punto, e questo voleva dire perdere
tre o quattro punti sul voto di laurea. Era pure un esame importante, visto che
era di lingua. Rifiutando, inoltre, avrei avuto tutto il tempo di riprepararmelo
per la sessione straordinaria di Aprile o per quella ordinaria di Giugno (anche
se non volevo arrivare di nuovo a ridosso della tesi con l’esame addosso). Solo
che… d’altra parte ero arrivato al limite. Non ce la facevo più a studiare,
volevo assolutamente finire, liberarmi dallo studio, essere un uomo libero. Il
solo pensiero di dovermi trascinare un esame per altri mesi ancora mi faceva
stare male, mi opprimeva, e non so nemmeno se avrei trovato le forze per
continuare a studiare. Rischiavo, inoltre, che se non fossi riuscito a passarlo
ne ad Aprile ne a Giugno avrei di nuovo messo a rischio la laurea, e non era
una condizione che avrei tollerato un'altra volta. Quindi avevo deciso che
avrei accettato qualsiasi voto, anche il minimo. Ci avrei perso in punti, ma ci
avrei guadagnato in salute.
Non mi aspettavo che anche l’orale fosse strutturato in più
parti. Praticamente ho dovuto affrontare tre orali con tre professoresse
diverse. Tutte le volte pensavo di aver finito ed invece mi dicevano che sarei
dovuto rientrare poco più tardi per le parti successive T_T Che poi sono
entrato tra i primi, ho fatto i primi due orali a distanza di cinque minuti uno
dall’altro, e poi per il terzo orale mi hanno fatto aspettare fuori tipo quasi
un ora, ed il risultato del voto me lo hanno detto un'altra ora più tardi
quando erano già andati via tutti gli altri. Quindi l’esame mi è durato tutta
la mattinata ed è stato pure snervante. L’esame comunque non è andato malaccio.
Alle parti dialogate non ci capivo un cazzo, come previsto, e facevo una fatica
immensa a mettere in fila due parole che avessero un senso, sembravo demente
>.< Quando invece ho dovuto dimostrare di sapere la grammatica, i kanji,
le traduzioni, me la sono cavata meglio. Il primo orale è andato benino, vedevo
la prof che dopo che le rispondevo si appuntava per il più delle volte simboli
positivi. Al secondo ho fatto molti più errori, e la prof non mi permetteva
nemmeno di vedere quello che appuntava. Il terzo invece è sembrato andare
liscio come l’olio, anche se la professoressa era completamente inespressiva e quindi
non mi dava segni di nessun tipo. Mi aspettavo, quindi, un voto non alto, ma
nemmeno un 18. Una via di mezzo, tipo un 24. Ed invece quando ho visto il voto
sul cedolino firmato sono rimasto di stucco: o ero andato meglio del previsto,
o erano stati particolarmente generosi.
Risultato scritto: Idoneo (76/100 la parte di grammatica, la
traduzione non lo so ed è meglio non saperlo)
Risultato orale: 28
Non ho molto da commentare in realtà. Mi sarei dovuto
laureare e non mi sono laureato, ma non posso nemmeno lamentarmi. Sono riuscito
a non far scendere la media, che anzi si è definitivamente stabilizzata sul 28
e dovrebbe farmi partire con già un buon voto alla laurea. Ma, soprattutto, ho
finito gli esami! Ho finito gli esami, cazzo! Non riesco ancora a realizzare in
realtà. Dopo un paio di anni cominci a sviluppare una strana sensazione
dell’università come se non dovesse finire mai, come se ormai fosse diventata
parte fissa della tua vita per sempre. Dunque non riesco ancora a rendermi
conto di cosa significhi aver finito, non riesco a focalizzare una condizione
in cui non sarò più costretto a studiare. Mi manca la tesi da preparare, è
vero, ma avendo tempo fino a Luglio posso permettermi di considerarmi
finalmente libero dallo studio. E ne sono contento. Per quanto riguarda la
laurea saltata invece… alla fine è stata una fortuna che sia andata così. Mi
sono reso conto che non avrei mai potuto preparare l’orale (più la tesi) in
dieci giorni, e se avessi puntato al primo appello mi sarei ritrovato bocciato,
con la laurea ugualmente rimandata a Luglio ma l’esame ancora da dare. Quindi
l’apparente bocciatura allo scritto e l’essermi demoralizzato sono stati, alla
fin fine, la mia salvezza. Ed io che per una volta avevo pensato di essere
stato sfortunato!
W
ME!