martedì 27 marzo 2012

Ipod

Lo dico sempre, io, che il mio Ipod ha vita propria. Come sarebbe possibile, altrimenti, che esco dalla tabaccheria dopo aver appena comprato due biglietti per Notre Dame de Paris, premo play in riproduzione casuale, e su 9000 tracce mi spara proprio una canzone del musical?
Bravo cucciolo. Ti voglio proprio bene :)

domenica 25 marzo 2012

Città universitaria

Mi dispiace non aver vissuto la mia vita universitaria nella Città Universitaria della Sapienza. So di essermi perso veramente molto. Mi ha sempre affascinato, perché è tutto un altro mondo. È strapieno di gioventù, si conosce tantissima gente, è immensa, c’è vita. Per me che sono sia un osservatore sarebbe il massimo. E poi è così grande, ci sarebbe sempre qualche area nuova da esplorare. Ci sono i giardini all’aperto, si fanno tante attività interessanti, e la zona offre molte potenzialità. Sono sicuro che mi avrebbe aiutato a crescere, perché lì dentro c’è una mentalità molto più aperta.
Questi giorni, per dovere o per piacere, ci sono andato spesso. L’altra volta ad esempio ho girato camminando a caso, senza nemmeno sapere dove andavo, ed alla fine mi sono infilato prima a lezione di Geologia da Ticca e poi ho raggiunto Irene ad Economia, accompagnando entrambi a fare dei giri in molti punti diversi della città universitaria. Un'altra volta me la sono girata per andare a sbrigare un po’ di pratiche in alcuni uffici e segreterie che si trovavano lì, e ci sono tornato per fare un pic-nic nei giardini. Poi, ancora, ci sono venuto per vedere delle discussioni di laurea, ed essendo rimasto lì mi sono fatto un po’ di giri dentro diverse facoltà per trovare una biblioteca libera dove potermi appoggiare. Sono state giornate eccitanti, e l’atmosfera dell’ambiente mi è piaciuta.
Peccato, veramente.

venerdì 23 marzo 2012

Fenomeni di incomprensione

C’è un fenomeno di incomprensione che è molto comune. Parlo di quando le persone si sfogano con i propri amici riguardo alle litigate con il proprio partner. Il problema di fondo sta nel fatto che si tende a parlarne solo quando, per l’appunto, ci sono problemi, mentre invece quando le cose vanno bene ovviamente non si sente il bisogno di sfogarsi e l’argomento non viene mai preso in considerazione. Questo genera un incomprensione nei propri amici che, ascoltando solo i lati negativi e mai quelli positivi della relazione, vengono influenzati da una prospettiva falsata e finiscono inevitabilmente per farsi un idea non buona del ragazzo o della ragazza in questione. Molti di voi rimarrebbero sorpresi nel sapere che questo fenomeno è presente praticamente in quasi tutte le amicizie. E nemmeno me la sento di condannare questo atteggiamento, perché mi rendo conto che è nella nostra natura discutere dell’anormalità e non della normalità. Ovviamente è successo anche a me.

giovedì 22 marzo 2012

Scappatella

Non mi dilungo in particolari perché non ho scritto questo post per raccontare della serata, quanto più per dire che sono rimasto veramente colpito. Con un minimo sforzo, spendendo poco e niente, abbiamo organizzato una sorpresa ed una serata veramente bellina. E l’ho trovato un modo veramente adulto di festeggiare: era una vita che aspettavo di fare cose del genere, tipo prendere e partire per Roma all’ultimo secondo per fare una passeggiata e tornare, come se niente fosse, con leggerezza. Mi fa sentire più grande.
E bravi noi!



P.S. Le strade erano chiuse per la maratona e ci siamo potuti sedere in mezzo a Via dei Fori Imperiali, cosa che non ricapiterà mai più XD

giovedì 15 marzo 2012

Giochino

Ok, grazie per i numeri.
A volte mi chiedo come sarebbe stato se non avessi mai smesso di scrivere su Diario di Bordo. Il paragone tra i post di allora e quelli attuali sarebbe stato interessante. Quindi ho deciso di fare un giochino. Una volta al mese, una volta ogni tre mesi, poi si vedrà, scriverò un post in stile Diario di Bordo. Quindi un vero e proprio diario della giornata completa. Questo giorno volevo che foste voi a deciderlo. Però volevo anche che fosse un giorno casuale, perché mi piacerebbe che si tratti di una giornata normale, quotidiana. E quindi vi ho fatto sparare numeri a caso per evitare che decideste date particolari. Ho sommato le vostre cifre e poi ho sottratto continuamente 30.
Vi comunico che il giorno 15 Aprile avrete un post alla Diario di Bordo.

mercoledì 14 marzo 2012

Esperimento

Voglio fare un esperimento. Voglio che ognuno di voi mi dica un numero compreso tra 1 e 99.

giovedì 8 marzo 2012

Teatro Flavio

Non spenderò nemmeno una parola per lo spettacolo teatrale che sono andato a vedere questa sera a Roma al Teatro Flavio. Era il secondo di una serie di tre spettacoli che avevamo comprato a soli 22 euro con un pacchetto offerta (non ricordo se avevo già parlato del primo spettacolo). È impensabile che ci sia gente di una tale incompetenza che fa spettacoli a Roma, che abbiano in gestione un teatro (è loro, quindi vi consiglio di evitare qualunque spettacolo in quel teatro). Il terzo non andremo nemmeno a vederlo. Perlomeno ci siamo ammazzati dalle risate, noi così come anche gli altri spettatori che, usciti dal teatro, si sono guardati in faccia e sono scoppiati a ridere. Peccato che in teoria fosse una tragedia: Medea.

mercoledì 7 marzo 2012

Sensazioni

Ieri appena svegliato l’aria odorava di umida mattinata estiva. Non mi piace, mi ricorda il lavoro.
E comincio a provare piacere nel comprare cravatte: mi sto facendo grande.

domenica 4 marzo 2012

Vita da gatti

Di nome faccio “Lucky”. Il cognome invece è “Tz tz tz”. Mamma a volte mi chiama solo per nome, a volte solo per cognome, mentre altre volte mi chiama proprio per nome completo “Lucky… Tz tz tz” facendo una piccola pausa tra i due. Ed è proprio quella piccola pausa a farmi capire che “Tz tz tz” è il cognome. Se non ci fosse penserei sicuramente che il mio nome sia “Luckytztztz” e che io non abbia un cognome. Ma ci pensate quanto sarebbe buffo? Invece per fortuna ho la certezza sul mio nome. Ci sono delle volte, però, in cui le persone esterne mi chiamano in un altro modo. Credo che sia “Icio”, o qualcosa del genere. Tant’è che per un periodo di tempo avevo pensato che mi chiamassi Icio e che “Lucky Tz tz tz” invece fosse il modo in cui le mamme chiamavano i propri figli. Ma in fondo gli umani sono strani e privi di logica su queste cose. Ad esempio anche la mamma viene spesso chiamata in modi diversi. Adesso me ne viene in mente solo uno: “È Pronto”. “È” il nome, ”Pronto” il cognome (l’ho capito sempre grazie a quella pausa fondamentale tra i due). Quando la signora chiama la mamma con questo nome lei si alza e va lì subito, un po’ come quando la mamma chiama me ed io corro.
Comunque io sono Lucky, Lucky Tz tz tz. E sono contento di fare la vostra conoscenza perché ho intenzione di raccontarvi molte cose.
Miao!

venerdì 2 marzo 2012

Moonflow

Era lo spettacolo più bello che avessi mai visto. Fluvilunio lo chiamavano.
Yuna osservava con la mia stessa luce negli occhi, era evidente che fosse la prima volta anche per lei. Pregai. Si, pregai per lei. Pregai perché potesse un giorno tornare a posare il suo sguardo su quel magnifico gioco di luci e colori. Ma non nello stato attuale delle cose. Con una mente libera, spensierata, priva di sofferenze e di responsabilità. Una vita in cui potesse essere veramente felice, in cui non dovesse soffermarsi ogni volta a dare l’addio ai luoghi che si lasciava alle spalle. Una vita che a quanto pare il destino non le aveva riservato, caricandola di un peso molto più grande di lei.
Ma quello stesso spettacolo che si stagliava davanti ai miei occhi altro non era che una danza di morte e decadenza, interpretata dai migliaia di lunioli in volo. E non era forse splendido? Così decisi di non concentrarmi più nel tentativo di scrutare la malinconia che affliggeva l’animo di Yuna, bensì sul suo sorriso. Sembrava così spontaneo, ispirato sicuramente dalla contemplazione delle rive del Fluvilunio. Un emozione l’aveva tradita ed era salita in superficie per affacciarsi al mondo. Uno spiraglio di umanità in un oceano di rassegnazione. Era incredibile che fosse ancora in grado di sorridere a quel modo.



Ero sul treno, tornavo da Roma. Non molto lontano da me c’era un ragazzo che teneva un Ipad in mano: sembrava stesse leggendo un e-book. Era stato lì per tutto il tempo, sin dall’inizio del viaggio, quindi non so perché mi sia capitato proprio in quel preciso istante, ma è successa una cosa particolare. Mi è caduto l’occhio sul suo Ipad, ed aveva sicuramente cambiato pagina rispetto a quando lo avevo guardato le prime volte, perché adesso l’impaginazione mostrava la chiara presenza di dialoghi, macchiando di bianco i lati, mentre prima il testo copriva tutte le estremità del “foglio”. È bastato questo a far scattare qualcosa dentro di me. Appena me ne sono reso conto ho sentito un improvvisa voglia di scrivere. Ma non di scrivere i soliti post: era voglia di scrivere un romanzo. Anzi, “il” romanzo: Final Fantasy X, che mille volte avevo ripreso e poi abbandonato. Mi erano già capitati spesso questi sbalzi improvvisi in cui mi veniva voglia di scrivere una particolare scena e cominciavo ad descriverla nella mia testa. Poi però tutte le volte soffocavo questa voglia e mi dicevo “se anche fosse, a quella scena ci dovresti prima arrivare: non puoi mica scriverla direttamente”. Ma adesso no, la voglia che aveva scatenato in me quella pagina di Ipad era troppa. Così ho preso carta e penna, e mi sono messo a scrivere. Stavolta non avevo nemmeno una scena ben precisa in mente, bastava che scrivessi qualcosa. Quindi mi sono semplicemente detto “scegli una scena e descrivila!”. E così è uscita fuori la cosa che avete letto sopra. Niente di che, due righe scritte di getto in dieci minuti poco prima di catapultarmi giù dal treno di corsa: è stato uno sfogo. Ma devo ammettere che è stato veramente intenso. Mi sono lasciato coinvolgere a tal punto che ho finito per confondere i miei pensieri e le mie emozioni con quelle dei personaggi di cui scrivevo. È stato veramente strano quando mi sono reso conto che mentre scrivevo i miei occhi stavano lacrimando.