mercoledì 31 luglio 2013

Lusinghe

Ci sono alcune persone anziane che, nonostante i segni dello scorrere del tempo comincino a manifestarsi sulla loro lucidità, hanno la consapevolezza di essere state delle persone di un certo spessore, di avere avuto una vita interessante, di aver sempre custodito dei valori importanti, di essere state persone intelligenti. E solo guardandole negli occhi capisci che è veramente stato così, che sono state persone speciali. Quando questo tipo di persone vedono in te qualcosa che è appartenuto a loro, quando ti rispecchiano in loro stesse, quando ti fanno sentire che stai seguendo il loro stesso cammino, che possiedi le loro stesse qualità, la loro stessa intelligenza, le loro stesse potenzialità, quando si rivolgono a te usando il “noi siamo”, come se facessimo parte della stessa categoria “speciale”, e ti danno consigli saggi sul futuro, su come dovrai comportarti, su come conservare le tue qualità ed ampliarle… è sempre una lusinga.

domenica 28 luglio 2013

Cose che...

Cose che si ha il bisogno di chiarire. Cose che si preferisce non dire più. Cose crudeli che vengono alla bocca spontaneamente. Silenzio ed occhi fissi sul biancore argenteo di una luna riflessa nel mare buio. Cose che alla fine si dicono ugualmente. Cose false. Cose dette con sincerità. Non è vero. Cose che solitamente sono l’unica cosa che vorresti e che non vedi mai accadere, che improvvisamente accadono solo per convenienza. O forse no.

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Cose che alle volte ti basta solo ascoltare un parere esterno e ti crolla tutto.

giovedì 18 luglio 2013

Mi sono laureato

Mi sono laureato.
Ancora non mi sembra vero, non riesco a realizzare. Ma quando lo farò, sarà sicuramente una grandissima liberazione. Cinque anni di elementari, tre di medie, cinque di superiori, cinque di università. Erano diciotto anni che non ero libero da un impegno così grande come quello della scuola, dello studio. Da sempre, potrei dire, visto che prima di questi diciotto anni della libertà non sapevo nemmeno cosa farne, cosa fosse, quanto valesse, come sfruttarla. Da oggi sarà un mondo tutto nuovo. Ma, come mi dicevano proprio stasera, devo sempre tenere a mente che non si tratta della fine, ma solo dell’inizio.


Credo che da questo momento in poi cambieranno molte cose nella mia vita. E non intendo dire che da domani potrò andare a mare o che potrò concentrarmi di più sulla scrittura. Non parlo di libertà, e non parlo nemmeno di conseguenze immediate. Questi cambiamenti credo che avverranno tra mesi, forse anche un anno. Venendo meno lo studio, che prima aveva un ruolo così grosso ed invadente nella mia vita, è normale che da ora in avanti cambieranno molte delle priorità che avevo. Molti degli equilibri e molti dei bisogni non saranno più gli stessi. La bilancia potrebbe cominciare a pendere più da una parte che da un'altra rispetto a come era prima. E con il tempo (perché sono cambiamenti che hanno bisogno di mesi per essere assimilati) potrei rendermi conto che ciò che ho adesso non sarà più adatto alla nuova situazione, alle nuove esigenze, che molte cose non mi soddisferanno più, che non saranno più idonee, necessarie. È a quel punto che potrei decidere di cambiare molte cose.

sabato 13 luglio 2013

Bolle di sapone

Sono già due o tre volte che, tornando dalla palestra, la sera, trovo un signore in piazza. Non so se sia un artista di strada, ma si è inventato un sistema molto semplice per creare delle gigantesche bolle di sapone. Una volta mi sono fermato a vedere, e gliene ho vista fare una grande quanto un automobile. Questa si è messa a fluttuare nell’aria leggera, morbida. Faceva difficoltà a mantenere una forma sferica, quindi tutta la sua superficie si muoveva in modo ondoso ed irregolare: si stringeva, si riallargava, curvava, gli si facevano bozzi qui e li. E nel frattempo, lucida com’era per il sapone, rifletteva tutti i colori metallizzati dell’arcobaleno. Sembrava avere vita propria, sembrava una qualche specie di forma aliena, è stato uno spettacolo meraviglioso il solo vederne una.
Tutte le volte che passo lì, trovo un infinità di bambini che saltano e giocano intorno a lui cercando di rincorrere e catturare la bolla. L’ultima volta aveva anche modificato il suo attrezzo in modo da fare tante piccole bolle invece che una grossa. E tutte le volte trovare questa scena mi fa sorridere. Non so se sia un artista di strada, non mi pare di aver visto bicchieri per le monetine, anche se ammetto di non averci fatto caso. Magari lo fa solo per far divertire i bambini. In tal caso sarebbe veramente una persona da stimare.

martedì 9 luglio 2013

Mario Biondi

Sono stato al concerto di Mario Biondi, all’Auditorium di Roma.
Che dire, è stato bellissimo. La musica di Mario Biondi non è esattamente quel tipo di musica che ti fa cantare a squarciagola, che ti fa saltellare battendo le mani, che ti fa scatenare (anche se ho cantato, sono stato tutte le canzoni a tenere il tempo con le mani travolto dall’entusiasmo del pubblico, la gente si è alzata in piedi a ballare, ed io mi sono scatenato sul posto), ma come ti inebria i sensi! È musica forse da ascoltare mentre si sorseggia un vino di altissima qualità, quando le luci sono soffuse, quando c’è una certa intimità con altri o con se stessi. È un jazz finissimo, che ti entra nell’anima e preme il bottone “amplifica sensazioni”, che ti fa ringraziare di essere al mondo per poterne ascoltare la delicatezza. E la voce di Mario Biondi è la ciliegina sulla torta. Se la musica è un vino di altissima qualità, la sua voce così calda, bassa e profonda, che alle volte diventa quasi una vibrazione che ti colpisce direttamente al cuore, è paragonabile ad una crema di liquore che, scendendo giù per la gola, è dolce ma allo stesso tempo ti fa bruciare il petto e ti scalda dentro.
Le canzoni non le conoscevo (tranne un paio), perché erano di un cd nuovo, ma quando ascolti jazz poco importa se conosci o meno: dal vivo è sempre travolgente. Poi l’orchestra era qualcosa di meraviglioso, i musicisti erano veramente di alto livello. Vi dico solo che sul palco ho contato circa 25 strumenti, ed i musicisti erano circa 12: sapevano suonare di tutto ed alternavano strumenti come se niente fosse, dovevano essere dei mostri della musica. E che musica che hanno fatto, infatti! Mario Biondi stesso, forse non tutti lo sapete, ma è un artista di uno spessore incredibile, è uno degli artisti italiani più conosciuti nel mondo di tutti i tempi. Collabora con produttori americani, artisti inglesi, band new yorkesi, artisti come Stevie Wonder, il famosissimo tipo che scriveva le canzoni a Michael Jackson ora le scrive anche per lui, eccetera. Insieme a lui c’erano altre due voci che gli facevano il coro o che duettavano con lui in assenza degli altri artisti presenti nell’album. Ed erano anche bellissimi da vedere, lì in piedi a ballare sul posto. Lei che si muoveva in modo molto femminile stringendo nel proprio pugno la sua lunghissima gonna per tirarla leggermente su, lui un ragazzetto nero perennemente sorridente con le treccine lunghe fino al sedere (che era un piacere vedere oscillare). Avevano tantissima presenza scenica, hanno attirato tantissimo la mia attenzione. Che poi il bello dei concerti è proprio questo: che puoi concentrarti su qualsiasi dettaglio tu voglia. Puoi benissimo fissarti a guardare un solo musicista e cercare di estrapolare, in base ai suoi movimenti, il suono del suo singolo strumento da tutto quel trionfo di musica, per capire quanto importante sia il suo contributo. Che poi, vogliamo parlare di quanto meraviglioso sia guardare un batterista che suona jazz? Penso sia uno dei generi che più gli lasciano libertà di espressione. Guardare un batterista che suona jazz è come guardare un bambino che gioca e si diverte. Ma non da meno sono gli assoli di chitarra elettrica e di pianoforte: Dio solo sa cosa fanno con quegli strumenti!
Insomma ne è valsa la pena.

P.S. Poi ti affacci in pieno pomeriggio dalla terrazza del Pincio, di notte imbocchi lo stradone che sul fondo ha l’imponente Vaticano tutto illuminato, e capisci che forse Roma è la città più bella del mondo