mercoledì 11 dicembre 2013

Anthony Strong

Stasera sono stato a Roma al concerto di Anthony Strong, un artista emergente inglese ancora sconosciuto in Italia.
E’ un po’ buffo come io mi sia avvicinato a questo artista, quasi per caso. Ogni tanto mio zio, che è un esperto di musica sempre alla ricerca di novità, mi fa sentire qualche nuovo brano o gruppo che ha scoperto. Una volta succedeva perché lui non aveva il computer e mi chiedeva di cercarli e di scaricarli per lui, ora semplicemente perché sa che ho un gusto raffinato per la musica e vuole rendermi partecipe. E’ stato lui a farmi sentire un brano di Anthony Strong per la prima volta, un po’ così, per sfizio, senza nemmeno dargli troppa importanza. Ed invece io ne ero rimasto profondamente colpito, perché faceva quel genere di musica tipico di Frank Sinatra e di Michael Bublè che non solo era ormai raro da trovare, ma che consisteva nel repertorio di musica che stavo studiando a canto. Per me rappresentava nuovo materiale. Purtroppo però di lui non ho trovato nulla da scaricare, né tantomeno più di un paio di canzoni su Youtube. Normalmente questo avrebbe dato un taglio netto al mio interesse, mi sarei messo l’anima in pace e via, ed invece ho fatto una cosa che solitamente non faccio mai per principio: l’ho cercato su Itunes ed ho ascoltato per giorni le anteprime delle sue canzoni (circa 30 secondi per ogni brano). Innamoratomene, ho anche scoperto che la settimana successiva sarebbe venuto a fare delle piccole seratine in Italia: che casualità! Così ho fatto un’altra cosa che solitamente non è da me: attivarmi per essere presente ad una di queste serate. Una era vicino Napoli, l’altra in Toscana: non vicini, ma nemmeno impossibili da raggiungere. Cioè stavo facendo tutto quello per un artista che in fondo nemmeno conoscevo e di cui nemmeno avevo potuto ascoltare bene le canzoni! C’era qualcosa che inconsciamente mi attirava come una calamita impazzita. E ci avevo visto lungo. Purtroppo poi ci sono stati una lunghissima serie di imprevisti, ed ho dovuto rinunciare. La cosa normalmente sarebbe finita lì, ma nuovamente le cose sono andate in modo insolito: ho fatto un’altra cosa che non rientra tra le mie attitudini: ho casualmente chiesto di lui in un negozio di cd, senza troppe speranze, ed invece ho trovato l’unica copia rimasta di esportazione. L’ho comprata. Non ricordo l’ultima volta che avevo comprato un cd. E finalmente ho potuto appagare la mia smania di ascoltarlo. Questo succedeva qualche mese fa. Ho saputo solo poco tempo fa, invece, che già tornava un’altra volta in Italia, stavolta a Roma per un concerto vero e proprio, non per una seratina. Non c’erano dubbi: avrei scaldato una di quelle poltrone.
Che concerto, signori e signori! Se non fosse che ho paura di esserne ancora troppo coinvolto e di giudicare imparzialmente direi che è stato uno dei più belli di tutta la mia vita (non che ne abbia visti poi molti). Lui, come dicevo prima, fa un genere Jazz e Swing, esattamente sullo stile di Michael Bublè, il genere è identico. A differenza sua, però, Anthony Strong è più giovane, più frizzante, e con una voce più leggera. Si è esibito all’Auditorium Parco della Musica. Gli hanno concesso solo la sala più piccola di tutta la struttura, poverino, perché ancora non è famoso, ma alla fine è stato quasi meglio: la sala era “piccola” come può essere la sala di un cinema, e l’atmosfera era molto intima, sembrava un concerto per pochi. Tanta era l’impressione di intimità che spesso il pubblico ha interagito con lui come se niente fosse. Io poi ero in prima fila, e ce li avevo tutti quanti a cinque metri di distanza :3 Che concerto signori, che concerto! Si, lo ripeto. E’ stato meraviglioso, veramente. Quelle canzoni, già belle di loro, suonate lì davanti dal vivo diventano dieci volte ancora più belle, non si sa come sia possibile! Che musica! Dio mi fulmini se quello non è il genere che più mi si addice, quello fatto apposta per me! Cosa avrei dato per saper fare musica così anche io, per avere le sue stesse doti e capacità, per essere lì al posto suo! Quanta magia sono in grado di tirar fuori da soli una tromba, un sassofono, una batteria, un contrabbasso, un pianoforte, ed una voce! Non ci si crede! Ma anche solo il contrabbasso, la batteria, il pianoforte e la voce, quando gli strumenti a fiato non servivano e si sedevano a parte! Ma anche solo il pianoforte e la voce, quando anche gli altri due non erano necessari ed indietreggiavano! Ah già, perché Anthony Strong se la cantava e se la suonava al pianoforte. E avreste dovuto sentire che pianoforte, e che mani! Certi assoli di pianoforte mi hanno fatto venire i brividi per l’emozione. Quell’uomo è un pianista meraviglioso oltre che un cantante di prim’ordine. Si è cantato tutte le sue canzoni, dalla prima all’ultima, senza mai prendersi una pausa o qualche minuto di riposo, se non giusto qualche secondo per interagire con il pubblico e fare qualche battutina, e non si è mai affaticato. Ha cantato per un ora e mezza di fila senza mai fermarsi come se niente fosse. Che poi dovreste vederlo anche come tipo. Innanzitutto è molto carino nei modi oltre che simpaticissimo, era un piacere anche sentirlo parlare e scherzare. Mi ricorda un po’ l’attore che ha fatto il primo Spiderman: fa simpatia solo a guardarlo. Ma poi come se la gode! Quanto gli piace, quanto lo inebria, quanto lo eccita la musica che loro stessi fanno. Seduto su quel piano non stava fermo un secondo: le gambe che si agitavano e che si muovevano in tutte le posizioni possibili, il corpo che saltellava, le spalle che facevano su e giù appresso al corpo, la testa che ondeggiava a tempo di musica, le espressioni del viso e delle sopracciglia a volte buffissime, in preda all’estasi ed al godimento. Era costretto a stare lì seduto, con le mani sulla tastiera, la bocca vicino al microfono, ma il corpo come se la ballava! Quel ragazzo avrebbe potuto alzarsi e scoppiare di luce da un momento all’altro per quanto era carico. E, cosa che mi ha fatto piacere, anche gli altri musicisti erano tutti giovani, non arrivavano a 30 anni, come lui. Magnifico, veramente magnifico!
Dopo il concerto si è posizionato nella libreria a disposizione di chiunque volesse incontrarlo o farsi fare un autografo. Io avevo il mio cd, comprato quella volta. Mi sarebbe piaciuto fargli vedere che non ero come tutti gli altri, che avevano comprato il suo cd solo in quel momento, dopo il concerto, io mi ero interessato al suo talento già da tempo, quindi in qualche modo il mio cd era più prezioso, ma esteticamente erano tutti uguali. [...] dopo la foto gli ho rivolto la parola per fargli i complimenti ed abbiamo cominciato a parlare in inglese. Ho voluto dirgli che studio canto, che canto proprio quel suo genere di musica, e che probabilmente oltre a Frank Sinatra ed a Michael Bublè adesso avrei cominciato a cantare anche lui. Ci tenevo tantissimo a dirglielo ed a farglielo sapere. Inoltre sapevo che dicendoglielo lo avrei fatto molto contento : ) Lui è stato
carinissimo, e si è addirittura offerto di mandarmi le basi delle sue canzoni se ne avrò bisogno: mi ha dato appositamente il suo contatto facebook. Cioè… che meraviglia! O_O

“Alessandro, with best wishes”.

Cioè, ho il suo autografo ed ho una foto con lui! :3

P.S. Ultimamente ai concerti ho sviluppato una strana speranza che il cantante prenda uno a caso dal pubblico, me, e che mi inviti a cantare sul palco insieme a lui o una sua canzone da solo. In realtà l’idea mi terrorizza, ma lo sto fantasticando troppo spesso.


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