venerdì 9 maggio 2014

Ping pong

E' un po' di tempo che quando mi scopro bravo in qualcosa lo scrivo in qualche post, così da non dimenticarmelo. Anche a testimonianza per il futuro, se un giorno vorrò ricordarmi di com'ero da giovane, di quello che sapevo fare, delle cose in cui ero bravo, delle cose che mi riuscivano bene, senza appoggiarmi ai ricordi, così mutevoli ed inaffidabili.
A tal proposito, mi stupisco sempre delle mie abilità a ping pong, nonostante io non ci giochi mai. A parte che mi da una tale soddisfazione ed un tale piacere giocarci che a volte mi chiedo come mai io non lo abbia intrapreso a livello più serio. Ma più che altro a volte mi lascio completamente esterrefatto per determinate cose che mi capita di fare naturalmente durante le partite. Come ad esempio quando la palla schizza così velocemente e la mia mano si dirige nella precisa direzione ancora prima che i miei occhi riescano a vederla, o a capire, o ad inviare l'informazione al cervello. O la precisione, la naturalezza e l'eleganza con la quale mi riesce di colpire la pallina sempre al punto esatto, in qualsiasi modo mi venga lanciata contro, come se avessi una tale esperienza da conoscere già tutte le possibili situazioni che il gioco può offrire, come quando si fa una partita a tris e si gioca tranquilli perchè già si conoscono già tutte le combinazioni possibili. O, ancora di più, quando lascio la pallina, velocissima, oltrepassarmi convinto che questa esca fuori dal tavolino, per poi sentirla invece toccare il tavolino soltanto con l'orecchio ed effettuare un movimento di mano e di polso tanto veloce e tanto preciso, alla cieca, da riuscire a recuperarla perfettamente, come se avessi fermato il tempo, o rallentato quello della pallina, ed avere avuto tutto il tempo di raggiungerla, dietro di me.
Tutto ciò mi fa pensare di avere degli ottimi riflessi e degli ottimi tempi di reazione.

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