lunedì 10 febbraio 2014

Truman Show

E’ capitato un po’ a tutti quanti, credo, di aver fantasticato almeno una volta di essere in una specie di Truman Show. Beh, io da piccolo ci fantasticavo sopra molto spesso. L’idea mi piaceva, avrei voluto veramente che fosse così. E ora vi spiego anche perché, è semplice. Io ho sempre sofferto dell’opinione che gli altri hanno di me. E non è una semplice paranoia, perché effettivamente quasi nessuno riusciva a farsi un idea positiva di me. Ero sempre il coglioncello di turno, il soggettone, il tipo strano, eccetera eccetera. Insomma ero quello che ero. Ma la gente mi giudicava solo dalle apparenze, per quello che sembravo, per quello che non riuscivo a dimostrare o che non ero capace ad esprimere. Se avessero potuto guardare dentro di me invece, conoscermi per quello che ero, frequentarmi in confidenza, avrebbero scoperto che avevo tantissime buone qualità, che avevo tanto da esprimere e da dare, che ero una persona buona e fedele, qualcuno che nessuno si sarebbe pentito a prendermi al suo fianco. Ed ecco allora che la fantasia di Truman diventava una scappatoia, ed assumeva per me la forma di un utopia: una mondo in cui in realtà tutte le persone del mondo mi conoscevano veramente per quello che ero, perché avevano sempre seguito la mia storia dal punto di vista della mia anima, che conoscevano quindi la mia reale indole, e che dunque erano in grado di apprezzarmi. Mi consolava immaginare che, se anche si trattava solo di una stupida fantasia irreale, ci potesse veramente essere anche solo una minima possibilità che fosse veramente così. Sarebbe stato giusto.
Non mi capita più di pensarci tanto spesso, adesso. E se mi capita, è per lo stesso motivo di tutti gli altri: puro divertimento della mente. In questi casi faccio un ghigno beffardo e soddisfatto, e penso: “beh, perlomeno con tutto il cambiamento che ho fatto gli avrò come minimo offerto uno spettacolo televisivo degno di nota!”.

Di questo mio modo di ragionare è rimasta solo una traccia nel rapporto che ho con Dio. Perché penso: “se mai un Dio onniscente dovesse esistere per davvero, starei tranquillo di essere nelle sue grazie. Perché lui mi conoscerebbe nel profondo e saprebbe che sono una brava persona”. Non per presunzione, ma per onestà.

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