Ultimamente come non mai noto che ho una tendenza naturale
ad aiutare il prossimo. E non parlo degli amici, quello è un dovere, ma di
gente che nemmeno conosco. Spesso addirittura sacrificando me stesso, mettendo
loro al primo posto. Spesso senza nemmeno che mi venga richiesto. Mi trovo sempre
lì a riempire qualche buco lasciato dalla sfilza di egoisti passati prima di
me. Su cento persone, io sono l’unico a fermarsi ed a tendere la mano.
Mi rendo benissimo conto che questo mio altruismo in realtà nasce
dall’esigenza di dare agli altri quello che io non ho mai ricevuto, non lo
nascondo. Devo avere avuto delle mancanze, dentro di me, che cerco in qualche
modo di colmare facendo in modo che accadano a meno persone possibili. Sento il
dovere di rendere la vita più facile ad una persona, se ne ho la possibilità. Questo
a volte mi porta a pensare che lavori come lo psicologo, il medico, l’assistente
sociale, siano i lavori a me più adatti, quelli che meglio mi permetterebbero
di appagare questa mia necessità. Ma so che sarebbe la mia fine. Visto il cuore
ed il sacrificio che metto dentro ognuno di questi casi, non sarei in grado di
mantenere il giusto distacco e finirei con l’autodistruggermi. Non sono nemmeno
sicuro che mi faccia bene adesso in realtà, nonostante la consapevolezza che
questo mi rende una persona migliore delle altre: credo che in un certo senso
mi consumi. Ma al momento è così che mi sento di fare, e sono contento di poter
dare me stesso per il bene degli altri.
Chi ha a che fare con me deve essere proprio una persona
fortunata.
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